A volte basterebbe un pizzico di coerenza in più per non lasciarsi ammaliare da un punto conquistato all'Olimpico, a spese della Lazio, per quanto importante e meritato possa essere. Al punto da accontentarsi, perché dopo due capitomboli consecutivi (e Spal e Atalanta lo sono) è arrivata una parziale soddisfazione con cui mister e squadra possono ricominciare a nascondere il viso dietro un dito.

Con questo non si vuole togliere nulla alla bella prestazione dei ragazzi che, oggettivamente, hanno battagliato per 93 minuti e avrebbero addirittura meritato qualcosina in più, se non fosse mancata la precisione nell'assistere chi tentava di forzare le maglie della difesa laziale. Un po' perchè Donsah deve ancora imparare a gestire tutto quel popò di repertorio che si ritrova (spesso va fuorigiri) e un po' perché Palacio dopo un mesetto di vacanza forzata non può certo essere in palla al pari di chi ha giocato tutti i weekend.

Destro ha visto la gara dalla panchina: è un fatto, giusto o sbagliato che sia. Rimane senza dubbio l'attaccante con più gol negli scarpini ma se Simone Verdi fa il Simone Verdi, e viene coadiuvato dai movimenti di un professore come il Trenza (Palacio), allora i rossoblu possono essere pericolosi persino in trasferta a Roma e chissà che non possano esserlo anche tra le mura amiche, stavolta contro la Roma.

La chiave per ottenere questa piccola gioia, il Bologna l'ha trovata però in difesa. Per la prima volta, la nuova retroguardia (modellata a 3) si è mossa bene e, all'unisono, è riuscita a respingere gli attacchi dei temutissimi Immobile & Co. Quasi sempre per la verità, l'unica vera sbandata è costata il pareggio di Leiva. Ma ci sta, dopotutto si era abituati a molto peggio. 

Ricapitolando: buon pareggio, buona gara, grande Verdi e ottima difesa. Ma attenzione. Raramente (purtroppo) una rondine fa primavera. La stagione non finiva domenica e dietro nessuno si è ancora arreso e nessuno si dà per spacciato, segno che il Bologna non può e non dovrebbe ancora permettersi il lusso di non guardarsi più le spalle.