Il Milan esordisce in una gara europea dopo 1234 giorni di astinenza e lo spettacolo non è stato un granché. I post del dopo partita si sono sprecati. La maggioranza chiassosa (nella quale si è sicuramente inserito chi milanista non è) ha già cominciato a sputare sentenze sul "non gioco di Montella", sulla "lentezza di Montolivo", sulla "cessione immediata di Niang, Borini, André Silva e Cutrone", sul "non siamo una squadra che si è rafforzata" e sul "siamo da sesto, settimo posto". 

Tuttavia, se i tifosi hanno la memoria corta e i nervi lunghi lunghi è bene cominciare a mettere alcune cose in chiaro. La preparazione fisica che si fa nel precampionato è il segreto per una stagione vincente (ricordate la Juventus di Conte che a luglio e agosto faceva dei sorprendenti risultati negativi pur con Vidal e Tevez?).

Non solo. Siccome la miglior forma non è, e né può essere, eterna occorre anche essere così scaltri da scegliere in modo perfetto il periodo nel quale la nostra formazione correrà senza avvertire la fatica e quando, viceversa, comincerà a tirare il fiato.
Se fossi un Tecnico, ovviamente, sceglierei di allenare la mia squadra in modo tale che possa esprimersi al meglio quando si troverà ad affrontare l'avversario peggiore e non per la partitella del cuore con avversario la formazione della Parrocchia. Tutto troppo ovvio. Tutto troppo scontato. Eppure, tutto troppo facile da dimenticare. 

Della mia squadra, il Milan, ho adorato letteralmente il periodo d'oro di Sacchi. A quella formazione che mi faceva lucidare gli occhi io perdonavo tutto e da suo buon conoscitore sapevo che c'era una sorta di regola quasi fissa: per tre mesi i rossoneri erano degli schiacciasassi della Caterpillar mentre nei successivi arrancava e rischiava delle figuracce pur giocando sempre all'attacco (ricordo un Milan Atalanta 0-1 con gol di Evair che si sposò perfettamente con uno di questi periodi).

Il Milan di Craiova mi è piaciuto proprio perché non ha giocato bene ed è stato messo sotto dall'avversario. E' proprio in questi momenti che si vedono le stimmate della predestinazione. Se vinci quando non sei più in forma dell'avversario che succederà quando la rispondenza fisica migliorerà? Un altro doloroso ricordo (questo più recente) è stato il doppio incontro dello scorso torneo con l'Udinese. Sei punti persi perché non siamo stati bravi e in forma. Meglio vincere in questi casi, no? Oppure fa più piacere perdere? Io mi attendo che i rossoneri siano lustrati a lucido contro la Juventus, nel derby, negli incontri difficili di Europa League.
Ieri sera era TROPPO prematuro. E, se mi si permette, un ricco risultato di gol e spettacolo in Romania avrebbe rovinato la festa al ritorno nell'alcova di San Siro.