La schizofrenia sarebbe una psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività. Termine coniato dallo  psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908, e significa "scissione della mente", ma non nel senso di doppione, nel senso di "suddivisione delle funzioni mentali, i sintomi più comuni includono allucinazioni uditive, deliri paranoidi e pensieri o discorsi disorganizzati. Ora, se rapportiamo questo concetto a quanto accade ogni domenica nel calcio, si potrebbe ben dire che nel mondo del calcio esiste una sorta di schizofrenia calcistica. Ovviamente e grazie al cielo non è una malattia. Ma questo termine forte ed impattante serve per meglio comprendere quelle dinamiche che vedono il ribaltamento di opinioni, valutazioni, considerazioni, mutevoli in base non solo al proprio stato umorale, ma in base a come si comporta la propria squadra. Se una domenica vince è fortissima. Se una domenica perde è la squadra più debole del mondo. Se vince cinque scudetti di fila è una divinità, se perde una partita o ne pareggia alcune è un fallimento milionario. Ciò fa parte del gioco, si dirà. Ma la linea costante dell'attendibilità dove è finita? Quale oggettività? E' possibile che i giudizi cambiano da domenica a domenica? Che si passa dall'estremo dolore all'estremo gioire? A volte si manifestano dei veri e propri deliri calcistici, discorsi totalmente senza senso, privi di ogni minino grado di oggettività. Siamo ancora all'inizio del campionato e già questa schizofrenia è arrivata livelli esagerati. Urge una cura immediata visto che ne siamo tutti coinvolti, volendo o non volendo, sarà probabilmente qualche effetto collaterale della droga calcio...