La prima regola degli affari è una ma molto semplice: proteggi il tuo investimento. Fino alla fine. Probabilmente è la prima cosa cui ha pensato Thohir dopo il ritorno dalla Svizzera di Fassone e Bolingbroke dopo i colloqui di verifica del FFP con il board dell'UEFA. Può sembrare un'anomalia, ma proprio dopo questi colloqui l'Inter ha dato una sterzata alla propria stagione, esonerando un Mazzarri che poco ha capito cosa voglia dire essere in un top club e affidando la gestione tecnica della squadra (e non solo quella, ndr) al cavallo di ritorno Mancini. Ma cosa c'è dietro questa improvvisa mossa da parte dei nerazzurri? L'Inter come ben si sa ha gravi problemi di indebitamento causa la mala gestione del ventennio Morattiano e l'arrivo di Thohir è stato una manna dal punto di vista gestionale, abbattendo quasi 70 mln di debiti in soli 2 anni. Si dice però che i membri del board UEFA abbiano esortato l'Inter dal pensare al mero bilancio perchè in Europa c'è bisogno di club come l'Inter, per l'immagine di tutto il sistema calcio. Non vuol certo dire che ora i nerazzurri siano autorizzati a fregarsene dei rigidi paletti del FFP, ma sicuramente era richiesto un cambio dal punto di vista dell'immagine del club cambiando tipo di investimenti. Il pesante cambio di guida tecnica impatterà sul bilancio, ma diciamoci la verità: come ha ammesso lo stesso procuratore di Podolski con Mazzarri in panchina non sarebbe certamente venuto in nerazzurro. E con lui siamo certi Shaqiri e chissachì arriverà ancora. Mancini ormai ha un appeal che ha certamente un peso anche in fase di mercato e il suo gioco più internazionale e dalla mentalità più offensiva attira molto più i grandi giocatori dei provinciali schemi difensivisti Mazzariani che prediligono il modulo alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Non cambiano però certamente le formule di acquisto, dove i prestiti onerosi con diritti di riscatto dilazionati su 3 anni restano il must, ma cambiano gli obiettivi. Gli arrivi di Podolski e Shaqiri ne sono la conseguenza. Qualcuno potrebbe pensare che Mazzarri non fu accontentato nelle sue richieste rispetto a Mancini, ma in realtà analizzando l'anno scorso incensammo tutti Ausilio per il mercato fatto per accontentare il tecnico di San Vincenzo, ove gli furono "regalati" tra Gennaio e Giugno 2014 Hernanes, Vidic, M'Vila, Osvaldo, Dodò, D'Ambrosio e il suo pupillo Medel. Lo stesso Mazzarri ammise che finalmente aveva una squadra "sua", ma sappiamo poi tutti come è andata a finire. Fin qua tutto bello, ma la qualificazione in Champions resta comunque ardua e a Giugno ci saranno i vari riscatti e un sacrificio illustre ci dovrà essere sicuramente. Icardi e Kovacic su tutti. Mancini non è certo nuovo a rivoluzioni societarie ma non ha la bacchetta magica e chi ha negli occhi quello che fece nel 2004 deve considerare però una situazione economica totalmente differente. L'Inter resta una squadra mediocre in cui si cerca di implementare elementi di valore assoluto per nascondere lacune fin troppo evidenti, l'equivoco Ranocchia su tutti. Prendere una squadra in corsa con elementi non inclini ad un certo tipo di mentalità e di caratteristiche tecniche non è facile e Mancini corre contro il tempo per inculcare il suo credo più che può. In attesa della vera rivoluzione. Ma Giugno non è poi così lontano...