Il comune di Amatrice può considerarsi in condizioni fatiscenti. La città, devastata dal terremoto del 24 agosto, assume sempre di più i risvolti di un paese fantasma, la cui storia e cultura rischia di essere cancellata e dimenticata. "Il comune non esiste più": queste le parole del sindaco Sergio Pirozzi, pronunciate il giorno stesso del terremoto. Parole che rischiano di essere letali, per un paese che, dopo secoli di storia, sta per svanire nel nulla. Eppure la tradizione calcistica di Amatrice non si è mai fermata, anzi: la squadra cittadina è in vetta al campionato di Terza Categoria del Lazio nella sezione di Rieti. Traguardi importanti per un club dalle dimensioni dell'Amatrice, il cui organico sta portando in alto i colori di quello che "comune" poteva definirsi solo una volta. Oggi, infatti, del vecchio paese non resta praticamente nulla, se non un cumulo di macerie tra le quali svetta un campanile, salvo per miracolo, sul quale è incisa la data che ha segnato la fine della città di Amatrice: ore 3.36, il cuore del paese smette di battere. Quelle due lancette, che lasciano un segno indelebile sul monumento simbolo della città, segnano l'atroce verdetto: Amatrice non esiste più. Migliaia di volontari si occupano degli sfollati, rimasti senza più nulla, che vengono fatti dormire nelle tende. Molte delle quali vengono montate all'interno del 'Comunale', lo stadio storico della città, sfruttato nell'immediato per ospitare i senzatetto. Proprio in quello stadio, la squadra di Amatrice non ha potuto mai più mettere piede: momentaneamente, per motivi di sicurezza, il club laziale gioca ancora allo stadio di Rieti, a diversi chilometri dallo sperduto paesino. Di tifosi per la squadra di Amatrice ne sono rimasti ben pochi. Quel che va riconosciuto a questi ragazzi è aver avuto la forza ed il coraggio di non arrendersi, neanche al cospetto di un evento così tragico e drammatico per la città. Ora il mondo del calcio guarda Amatrice con occhi diversi. L'egemonia della squadra reatina sull'intero campionato conta molto più che un semplice primo posto in classifica. Rappresenta un segnale di rinascita, che lascia un briciolo di speranza tra gli ex abitanti del luogo. Amatrice oramai è un paese morto. Ma il cuore dei suoi abitanti batte ancora, e la voglia di ripartire si fa sempre più largo. Il più grande invito da parte di tutto il mondo dello sport è quello di non darsi mai per vinti, per cercare di far tornare tutto come prima. Passo dopo passo, attimo dopo attimo. E allora, forza Amatrice: il calcio italiano tifa per te. Andrea Pontone Twitter: @_AndreaPontone