Non credo che il Milan parta spacciato mercoledì in Coppa Italia. I rossoneri sono meno forti, non sono in un buon momento, ma non penso che per loro debba già intonarsi il "De profundis". Occorrerà tornare alla concentrazione maniacale e masochistica del girone di andata ed essere pronti, se serve, a difendere l'eventuale sconfitta di misura (come gli "Uruguagi" in Brasile nel 1950, direbbe Gianni Brera, se fosse tra noi). Poi sappiamo tutti che la Juventus è più forte, per cui la sua vittoria sarebbe nell'ordine delle cose. La partita dello Stadium di Torino rischia, tuttavia, di trasformarsi in una débacle per il Milan, un po' come lo fu la trasferta col Genoa di qualche settimana fa. Gli juventini hanno letteralmente razziato i biglietti messi in vendita, esaurendo i posti allo stadio. Da sempre considerano come un sanguinoso oltraggio personale qualsiasi sconfitta e i rossoneri in questa stagione gliene hanno inflitto due (la seconda ai rigori, è vero, ma c'era in palio il primo trofeo ufficiale). Tutto mi fa pensare che l'ambiente prepari o si aspetti una punizione esemplare per chi a suo tempo non s'è scansato. Del resto a Firenze si sono sentiti apostrofare come "teste di..." per aver semplicemente fatto il loro dovere: entrare in campo cercando di fare risultato. Il vero rischio per il Milan, insomma, non è tanto di perdere, quanto di cadere molto male. La squadra non è di certo aiutata dall'ambiente. Un'autentica orchestra di suonatori continua, infatti, a menare la danza del "closing" e dei "Cinesi", come una cantilena ipnotica. E' una nenia che rischia di stordire non solo i tifosi, ma anche la squadra. Pensate un po' all'affare Deulofeu. Lo spagnolo è arrivato dopo la partenza di Luiz Adriano e prenderà un ingaggio molto più basso del brasiliano. La cosa permetterà al Milan di risparmiare dei soldi con cui pagare i 750 mila euro da corrispondere all'Everton per il prestito oneroso, facendo in più una crestina che ridurrà il debito rossonero. E nonostante tutto si continua a dire che, dopo il "closing", SES coprirà quei 750 mila euro pagati ai Toffees. Eh no, ragazzi, SES beneficerà di una piccola riduzione del passivo che dovrà accollarsi, altro che storie! Basta farsi due conti semplici semplici semplici. Pensate ancora al gioco di scatole... cinesi ("calembour" involontario) messo in piedi per l'acquisto del Milan. Un gioco a base di società del tipo: "Affari vari & Perdite di tempo Company Limited" con sede alle isole del Capo Verde o "Eh vai Milan che ti amo tanto Incorpoted" con sede a Timbouktou. Sono solo esempi semiseri, ma rendono l'idea della confusione che regna in questa vicenda. E secondo qualcuno questo gioco dovrebbe rassicurare, in quanto tali scatolotti fanno capo a SES. Ma chi è SES, scusate? Chi sono i signori Li? Chi riempie questi scatolotti? Nelle settimane scorse si era parlato di TCL, della quale poi non si è parlato più. Si era parlato Huarong e poi più nulla. Si parlerà di altri, forse proprio al momento del "closing", etichette sugli scatolotti. Di certo tutta l'operazione è legale, non è assolutamente questo il problema. Il punto è che anche le operazioni legali possono mandare una società alla "Meloria" (come direbbe mia suocera, che è di Livorno) se non ci sono i presupposti per fare bene. E paradossalmente potrebbero starmi anche bene questi maldestri tentativi di far passare SES per Suning quanto a possibilità economiche e serietà di programmi. Quello che non mi sta bene è che così si rischia di vivere in un futuro improbabile che può demoralizzare o deresponsabilizzare un gruppo che finora si è, tutto sommato, comportato con onore. E attenti a Donnarumma. Non è la prima volta che il Milan considera un giocatore come un assegno circolare da mettere all'incasso oppure, in alternativa, come un giocatore da confermare pubblicamente per dire "Non compriamo, ma abbiamo confermato X e Y...". Raiola è molto più in sintonia con la società di quello che si pensi.