Negli anticipi della sesta giornata di serie A il Napoli non sbaglia contro la Spal, portando a casa i tre punti contro un avversario che, specie in casa, sta vendendo cara la pelle contro tutti, a dimostrazione che andare a giocare a Ferrara sarà difficile per chiunque, anche per la squadra più spettacolare e spregiudicata in Italia. Al contrario la Juventus dilaga nel derby della mole, anche grazie all'espulsione ingenua di Baselli, ma l'impressione è che quella di stasera fosse una squadra a cui i granata avrebbero difficilmente potuto tenere testa. Per la prima volta però la squadra del concreto Allegri ha offerto una prestazione qualitativamente più convincente di quella dell'esteta Sarri.

Un Napoli "Allegriano"

Come successo a Bologna la squadra di Sarri fa fatica, non esprime il miglior calcio che lo ha contraddistinto, complice anche la squadra di mister Semplici, organizzata e ben chiusa, che è riuscita nell'intento di isolare Mertens e non permettere le triangolazioni e le verticalizzazioni centrali tipiche del Napoli, al punto da far passare Sarri al 4-2-3-1 per dare maggior libertà di svariare a Mertens e aggiungere peso all'attacco con l'ingresso di Milik. L'impressione è che la fatica con cui sono venuti i tre punti siano il frutto di una squadra che senza esprimere esteticamente il miglior calcio sia riuscita a fare risultato con la determinazione e la maturità di una squadra che sta imparando a soffrire anche contro le piccole, anche quando Mertens non riesce a trovare il colpo per sbloccare il match, in poche parole una squadra che forse è veramente pronta per quel grande salto di qualità che vorrebbe dire scudetto.

Una Juventus "quasi Sarriana"

Sotto la Mole invece inizialmente spiazza la scelta di Allegri di lasciare in panchina Higuain, ma a conti fatti ed al netto della prestazione della squadra bianconera (la migliore di questa stagione e una delle più divertenti con Allegri in panchina), specie in fase offensiva, non si può che approvare la scelta fatta. E' vero, giocare quasi settanta minuti in superiorità numerica hanno messo il match in discesa, ma l'impressione è che questa sera, il 4-2-3-1 con due esterni puri come Cuadrado e Douglas Costa sia stato la miglior espressione di calcio offerta dalla Juve in tutto il 2017. Per la prima volta la squadra non si è limitata ad amministrare il risultato come suo solito quando in vantaggio di due lunghezze, ma ha continuato ad attaccare ininterrottamente, senza incorrere in alcun pericolo dalle parti dello spettatore non pagante Buffon (a differenza di quanto accaduto al collega Szczesny nel turno infrasettimanale con la Fiorentina, anche lì in superiorità numerica). Senza analizzare le prestazioni dei singoli, per cui oltre all'immenso Dybala meriterebbe una menzione a parte anche la prova di Pjanic, la prestazione di stasera evidenzia che questo modulo funziona totalmente con l'utilizzo di un'unico vero attaccante e due esterni in grado di dare ampiezza al gioco in fase offensiva, con buona pace del volenteroso Mandzukic, il cui vero ruolo è quello di centravanti.

La qualità del gioco offerta dalla Juve non è quella espressa dal calcio di Sarri, sia chiaro, ma l'impressione è che i bianconeri si stiano avviando verso una europeizzazione del proprio modo di giocare, esprimendo un calcio prettamente offensivo che risalta le qualità dei singoli davanti. Al contrario la squadra di Sarri sembra meno straripante rispetto agli ultimi due anni, una squadra più attendista e al tempo stesso fiduciosa nei propri mezzi e sulla possibilità di vincere contro tutti, soprattutto contro quelle squadre di bassa classifica contro le quali ha perso troppi punti per poter ambire al sogno tricolore.