A volte serve qualcosa di terribilmente brutto per tirare fuori il meglio di sé. Quando questo accade, inevitabilmente esce fuori un sorriso o una lacrima di commozione per omaggiare una forza che non si pensava di avere. Una forza data da chi adesso non c’è più.

Oltre a essere stato il capitano della Fiorentina, Davide Astori continua a compiere il suo dovere da “guida” per la squadra anche da lassù. Astori ci lasciava lo scorso 4 marzo a Udine, proprio quando la Viola avrebbe dovuto giocare il match contro l’Udinese. Eppure, la sua morte ha scosso i suoi compagni in modo positivo.

La Fiorentina di mister Stefano Pioli, conteggiando anche l’ultimo match di Astori (1-0 sul Chievo, con assist), non si è più fermata. Sono arrivati quindici punti, frutto di cinque vittorie consecutive. Dinnanzi ai Viola, in ordine di tempo, è crollata anche la Roma in casa. 

Dal Benevento al “Franchi”, dove il destino ha strizzato l’occhio al sostituto di Astori, Vitor Hugo, alla difficile trasferta di Torino, decisa da un rigore di Thereau al 94’ dopo la rete di Veretout e il momentaneo pari di Belotti. Poi il 2-0 al Crotone, il successo anche (e soprattutto) a Udine e, ieri, il trionfo nella Capitale.

La maggior parte degli avversari alla portata, ma era complicato nascondere la difficoltà che i calciatori potessero avere dopo un evento del genere. Un evento che porta a due strade: crollo psicologico o forza innata

Sul campo, merito delle vittorie è anche di un ritrovato Giovanni Simeone: tre gol nelle ultime tre partite contro Crotone, Udinese e Roma. Il ritrovato feeling con la porta degli avversari dà fiducia non solo al centravanti argentino, che riacquista capacità dei propri mezzi, ma anche ai restanti compagni, che possono tornare a contare sul “Cholito”.

Numericamente, un gol subito nelle ultime sei partite, dieci realizzati. Squadra compatta, unita nei momenti difficili, aiutata un po’ anche dalla fortuna. Il merito, tuttavia, è da attribuire ai ragazzi del club toscano, capaci di rialzare la testa e onorare la fine di un campionato che non sembrava potesse dire nulla alla Fiorentina.

Adesso, Pioli e i suoi si sono piazzati al settimo posto (valido per l’accesso all’Europa League qualora il Milan dovesse chiudere sesto) con 50 punti, approfittando del pari della Sampdoria nel derby contro il Genoa (0-0) e dell’Atalanta a Ferrara contro la Spal (1-1), quest’ultima prossima avversaria della Viola.

Ebbene, Astori c’è ancora: dà forza, grinta, capacità di vittoria. Tutti elementi che lui aveva già e che, da vero capitano, ha trasmesso ai suoi amici gigliati. Uno per uno.