Ebbene sì, cari amici: alla fine abbiamo perso il Mondiale, ed io devo dire che, letta la formazione del Signor Bonaventura, un po' me lo aspettavo. Senatori e corridori in campo, i talenti in panchina o neanche convocati. Bene, anzi male. Malissimo.

Dopo ieri sera, si sono sentite le solite chiacchiere disfattiste e sommarie: "Bisogna ricominciare dai vivai", "Non ci sono talenti", "Non c'è una programmazione efficace", "Ci sono troppi stranieri nel nostro calcio" e via di seguito con tutta una serie di altre amenità. Sarà anche vero che la nostra non è una nazionale di fenomeni, ma mi chiedo: Chi ce li ha tutti questi fenomeni? Quando ci sono mai stati tutti questi fenomeni nella nostra nazionale?

In 40 anni che seguo il calcio, in Italia ricordo forse una decina di grandissimi giocatori: Baggio, Cannavaro, Baresi, forse Del Piero? Totti... Riva, Rossi... forse Nesta? Magari ne dimentico qualcuno, ma non credo tanti. Eppure, ci siamo tolti tante soddisfazioni in campo internazionale. Dal 1982, due mondiali vinti, due finali all'europeo perse, ed altri ottimi piazzamenti tra le prime 4 o 8. E le altre nazionali? Dove hanno tutti questi fenomeni? La Spagna è una squadra forte, ma chi sarebbero tutti questi fenomeni? Quindi, come mai questo piagnisteo generale sull'Italia di oggi?

Secondo me, il Signor Bonaventura ha allenato la nazionale più competitiva degli ultimi dieci anni, la migliore dopo il 2006. Avrebbe potuto schierare El Sharawi, con Insigne e Balottelli di punta; Giorginho, con Verratti e Gagliardini (o Florenzi), a centrocampo; Rugani e Romagnoli, con Donnarumma, Zappacosta e Darmian, in difesa. Tutti giovani, tutti di buona qualità, alcuni con vista su ottima qualità. Sembra invece che il Signor Bonaventura abbia dovuto pescare in serie B, o tra le squadre da retrocessione di serie A. Guardiamo un attimo ai giocatori elencati sopra: vengono da Manchester united, Chelsea, Roma, Napoli, Juventus, Milan, Inter, Nizza. Da dove li vuol prendere questi benedetti giocatori? Dalla Luna?

Il problema è che il vero e solo inadeguato personaggio della nazionale italiana è stato il Signor Bonaventura: metterlo lì, è stato come mettere un istruttore di scuola guida a correre la 24 ore di Le Mans. Timoroso, ottuso, scontato, conservatore, fino alla disfatta con quella squadra di morti in cui consiste la Svezia: un disastro calcistico memorabile, tra l'altro in salsa di quella meritata sfiga che indubbiamente ci ha accompagnato nel confronto con i figli di Ikea, la dea del mobile di pessimo stile.
Che Dio possa riportare alla scuola calcio di provincia il buffo Signor Bonaventura! Dall'alto della sua veneranda età, avrebbe dovuto saperlo che questo livello di calcio, quello delle nazionali, non è proprio roba per lui. Beata immodestia!