"Prenditi il diritto di sorprenderti", così esordiva in uno degli aforismi più celebri del suo repertorio il poeta di origini cecoslovacche Milan Kundera, quell'uomo con la passione per la musica e per quella magia imprevedibile, che avvolge il mondo artistico in ogni angolo delle sue rappresentazioni.

Magari viene logicamente spontanea la perplessità, il dubbio, di come una semplice frase di una mente vissuta nei difficili anni della seconda guerra mondiale, possa entrare in contatto con il nostro mondo, così apparentemente lontano da quei momenti oscuri, ma così incredibilmente vicino all'attualità universale di questa breve espressione.

Basti ascoltare il notiziario alla radio per prendere coscienza del mondo cupo in cui viviamo, povero di colore, che tende quasi interamente ad un soffocante grigiore, con l'inesorabile scorrere del tempo ad aggiungere ulteriore negatività, a quelle disgrazie che imperversano nel cuore delle nostre società.

Ma vale davvero la pena arrendersi a questo misero destino, senza nemmeno provare a dare un senso alla propria esistenza, senza provare così a "sorprendere" l'ambiente in cui siamo inseriti?
A quanto pare la vita stessa ci insegna che esistono delle via di fuga, e ce le fornisce da sola: la fantasia che ci hanno regalato da bambini, risiede da sempre dentro di noi, in quel fanciullo con cui il poeta simbolista Giovanni Pascoli conversava per dare forma alla propria poesia, ed è proprio a quest'ultima che dobbiamo far riferimento.
Essa può diventare quel pilastro che sorregge il nostro morale dalle imprevedibili offensive dei nostri stessi fallimenti; che può fornirci quell'energia necessaria ad innescare il sorgere di una rinascita.

Nel mondo del calcio sono svariati gli esempi di chi ha fatto della fantasia il proprio cavallo di battaglia, ma non voglio tirare in ballo il solito Johan Cruyff, il quale non avrebbe sicuramente bisogno di presentazioni, ma di un ragazzo, che forse in pochi conosceranno: si tratta di un 25enne camerunense, ed il suo nome è Toko Ekambi.

Vi starete chiedendo sicuramente se stia scherzando, se abbia deciso di scegliere un nome a caso digitando lettere sulla tastiera...ma no, cari lettori, rasserenatevi, non ho nessuna intenzione di giocare con le vostre menti, bensì di farvi riflettere su un una tematica particolare: qual è il vostro concetto di fantasia? E perché in ambito calcistico scatta subito, nella maggior parte di noi il collegamento al calciatore con la maglia numero 10 sulle spalle, definito da molti anche come il"fantasista"?
Non si tratta forse di una limitazione che imponiamo per abitudine, o per ciò che ormai consideriamo come una sorta di confine invalicabile?
Beh, a mio avviso la fantasia non può limitarsi a rimanere sigillata in uno stereotipo: la sua natura richiama ad una farfalla con le ali di un colore sgargiante blu, di quelle che non si vedono spesso... e che sarebbe un vero reato rinchiudere in un barattolo di vetro, adibito precedentemente ai sottaceti.
Ecco, questi rimangono lì dentro, a differenza delle farfalle, loro sono state date alla luce per volare, nell'arco della loro breve vita ed incantare chi le osserva. Tornando a questo ragazzo classe 1992, posso affermare che stupisce la sua capacità di essere leader in campo, di rappresentare quella figura centrale su cui ruota una squadra intera: non sarà un fenomeno, ma con le 16 reti già messe a segno in campionato, dimostra di saperla lunga su come incedere nei 90 minuti.

La squadra in cui milita dal 2016 non è di certo una prima donna del calcio francese: si tratta dell'Angers, società calcistica che fa riferimento ad un piccolo comune di appena 150 mila anime, situata nella regione della Loira, stessa culla da cui nacque anche la celebre famiglia Angioina. Al momento si piazza al 12 esimo posto in ligue 1, che non essendo nemmeno una lega di prim'ordine in Europa non sembra poi un risultato così degno di nota, ma per un club che cerca la terza salvezza consecutiva diventa già un bottino più che cospicuo.

Costato solo 1 milione di euro poche stagioni fa, questo ragazzo di origini camerunensi è dotato di velocità, forza e grande spunto sotto porta, a dimostrazione del valore dei calciatori africani, caratteristiche che come in questo caso si trasformano in un mix letale in area di rigore.
Molte formazioni lo avranno già messo nel proprio mirino per le operazioni estive di mercato: e le italiane, che fanno?

Il ragazzo potrebbe generare quell'imprevedibilità che in molti reparti offensivi del nostro campionato fa spesso sentire la propria mancanza, e non sarebbe una cattiva idea dargli una chance nel nostro calcio, dando libero sfogo alla fantasia, pescando magari quel jolly, che non magari in pochi si aspettavano di trovare.