Fare il calciatore è un lavoro serio, ben retribuito e non da tutti. Nel calcio moderno la preparazione fisica è tutto. I ritmi sono altissimi e non si può rischiare di morire per disattenzioni gravi e a volte volontarie.
La fama e il successo a volte ti portano a compiere leggerezze inspiegabili. Tutti noi siamo stati ragazzi e abbiamo svolto sport a livello agonistico. Per essere accettato serve un certificato medico che costa decine di euro e prevede elettrocardiogramma e visita accurata. 
Spesso e volentieri, basta il solo pagamento e un arrivederci col proprio medico per avere il certificato. Si rischia la vita ma va bene, il sogno di diventare qualcuno è troppo grande.
Se ci fosse qualcosa che non va... meglio andare sul sicuro. Un giocatore professionista di Serie A ha l'obbligo di essere rigirato in ogni modo e solo dopo aver constatato la propria salute ricevere l'idoneità agonistica.
Troppa leggerezza, superficialità e poi quando ci scappa il morto ce ne ricordiamo. Nei campi non c'è mai prevenzione, nessun investimento in macchinari o mezzi salvavita.
Nelle periferie il defibrillatore è rarità invece dovrebbe essere obbligo. Chi di dovere ha il dovere di muoversi da subito.

La politica deve fare il suo corso, nel campo dilettantistico servono medici in grado di salvare la vita a un ragazzo, altrimenti non si gioca. Stop alle partite, in gioco c'è la vita umana. Morire per un foglio è assurdo, medici consapevoli vanno fermati, già troppe disgrazie abbiamo visto. La mano pesante può servire a cambiare le cose. Agiamo e muoviamoci tutti in questa direzione.

Lo sport va fatto in sicurezza, verso la morte nessuno è invincibile. SVEGLIAMOCI.