Era un film già scritto con un finale prevedibile, ma non ancora ufficiale. Sono bastate due settimane per sgretolare il muro di certezze di Sarri e consentire alla Juventus di mettere la freccia e passare in testa. Da Napoli a Milano, tutti i buoni propositi sono svaniti nel nulla, pur non sapendo di aver perso la leadership ancor prima che questo accadesse.

Il Napoli da anni cerca di assomigliare ai bianconeri, ma stanno diventando la brutta copia senza risultati, ma con tante parole, che vengono smentite dai fatti. Sarri ha perso, non solo in campo, ma fuori dichiarando sfacciatamente che la sua squadra non è in grado di tenere il piede in due competizioni e snobbando quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere più importante. Poca fiducia nei propri mezzi? Sembrerebbe di sì, ma allora perché confrontarsi, soprattutto dialetticamente, contro uno più forte di te se sai già di perdere? Ieri ha perso, per l'ennesima volta, dimostrando ai microfoni di non saper reggere la sfida contro la Juventus, scappando dalle domande dei giornalisti. Ma come può una squadra diventare realmente forse se il primo a non essere sicuro è l'allenatore? Il bel calcio non è nulla se manca la concretezza, che di certo non manca a Torino, dove si può anche giocare male, ma il coniglio dal cilindro non manca. 

Ecco, Sarri dovrebbe prendere esempio da Allegri, che guarda il suo territorio e mai quello degli altri perchè sa che attaccarsi alle banalità come il fatto di giocare prima o dopo, fa solo male all' ambiente.
Anche in questa stagione i giochi sembrano avviati verso la conclusione più attesa e giusta, e quando tutto sarà ufficiale in quel di Castel Volturno dovranno chiedersi dove sta il problema se i soldi non mancano ed i giocatori nemmeno (certo due acquisti in più farebbero comodo).

Sarri è l'anti-sicurezza che quest'anno ha colpito nuovamente.