Lotta scudetto completamente riaperta grazie allo stacco aereo di Koulibaly sullo scadere di una delle partite che rimarrà nella storia della Serie A: prima vittoria partenopea nella fortezza juventina dell'Allianz Stadium, da cui è sempre tornato a casa con nessun punto guadagnato, e distanza tra le due squadre ridotto ad un solo punto, dagli ipotetici 9, creati dal momentaneo vantaggio bianconero a Crotone, e dalla, sempre momentanea, sconfitta napoletana in casa contro l'Udinese.
Se però la classifica ora è dalla parte della Juve, il calendario è da quella del Napoli che infatti dovrà affrontare Fiorentina e Sampdoria in trasferta, e Torino e Crotone in casa, a differenza della Vecchia Signora che ospiterà Bologna e Hellas, e sarà ospitata da Inter e Roma, con la finale di Coppa Italia contro l'altra milanese.

La Juventus negli ultimi 5 anni a questo punto della stagione aveva sempre assicurato, matematicamente o non, lo scudetto, perdendo quasi l'abitudine di dover lottare e rimanere concentrata "fino alla fine", cosa che dovrà fare sicuramente quest'anno, sopratutto data la recente rimonta degli azzurri di Maurizio Sarri. Questo "scivolone", che poi tanto scivolone non è, data la qualità dell'avversaria, non può che riportare alla memoria juventina il non felice scudetto della stagione 1999/2000. In quell'anno, con la Serie A a 18 partecipanti, a 7 giornate dalla fine si scontravano la prima e la seconda della classe, con la Juve a +6 dalla Lazio di Eriksson, a Torino, allo Stadio delle Alpi.
La partita finì proprio come quella di ieri sera, con un'incredibile vittoria di misura dell'ospite, nonché seconda in classifica, sempre con un colpo di testa, ma questa volta al 66' e da un centrocampista, l'argentino Simeone su pennellata di un altro argentino, Juan Sebastian Veron. Da li iniziò un tira e molla tra le due squadre: prima i laziali si portano a -3, poi a -5, e infine a -2 in occasione dell'ultima di campionato: la Juve affronta il Perugia in trasferta, e la Lazio la Reggina, sempre fuori casa.
I biancocelesti vincono per 3-0 con reti di Simone Inzaghi e dei due che avevano confezionato il gol nello scontro diretto: prima Veron e poi Simeone. Nel mentre avviene l'impossibile a Perugia: pioggia fittissima che rovina pesantemente il campo, con la Juve che fatica ad impostare la gara. Ma non solo, viene anche punita da Calori che nel 49' porta in vantaggio la formazione umbra, con anche il famoso gesto di Pessotto che a dieci minuti dalla fine, consegna la palla agli avversari, a causa di un fallo laterale assegnato erroneamente agli juventini: immenso.

Storia che si ripete? La Juve è dal primo scudetto di questo ciclo che non si trova davanti ad una situazione del genere, con il morale che potrebbe essere in piena fase calante, viste le ultimi delusioni tra Madrid, Crotone e Torino. Se la società bianconera è la stessa società che ha sempre dimostrato di essere si porterà a casa il 35esimo scudetto (0 33esimo), altrimenti annegherà sotto l'onda d'entusiasmo provocata dal tuffa di Koulibaly, che potrebbe diventare il nuovo Simeone, è tutto nelle mani di Allegri e dei suoi.