Il match di Champions League della Juventus in casa contro il Tottenham, finito 2-2 (doppietta di Higuain per la Juventus, Kane e Eriksen per gli Spurs), ha dato un responso definitivo: il ciclo dei bianconeri sta finendo, è inutile negarlo. Il pareggio con il Tottenham inoltre, in maniera più generale, mette, qualora ce ne fosse ancora bisogno, in risalto la pochezza e la poca competitività del calcio italiano. La squadra di Pochettino avrebbe meritato la vittoria. C'è un abisso tra la Serie A e la Premier League, dimostrato anche da questo match tra la seconda del campionato italiano e la quinta in classifica di quello inglese. E il Tottenham non ha potuto disporre neanche di Lucas Moura, non impiegabile in Champions League poiché l'ha già disputata con il PSG quest'anno. Il calciatore brasiliano avrebbe sicuramente spostato gli equilibri. Indipendentemente da come vada questa stagione, la Juventus a fine anno dovrà stravolgere la rosa e iniziare un nuovo ciclo

Massimiliano Allegri in alcune dichiarazioni ha dimostrato un mix tra umiltà, consapevolezza e paura. Ha dichiarato che la Juventus non è più forte del Tottenham e che non si può arrivare sempre in finale. Queste dichiarazioni possono essere un boomerang, poiché fanno stare con i piedi per terra ambiente e calciatori, ma al tempo stesso non danno autostima alla squadra. Non deve essere gradevole per i supporter e simpatizzanti juventini e per la squadra sentirsi dire, in un certo senso, di essere più scarsi della quinta del campionato inglese. Allegri ha dimostrato anche la poca internazionalità della Juventus, dichiarando che il primo obiettivo è il campionato, e di pensare ai prossimi match della Serie A altrimenti il Napoli scappa. Questo modo di pensare è da provinciale, in Champions. Un grande club deve assolutamente ambire alla coppa dalle grandi orecchie, non deve porsi limiti. Affermare questo significa sentirsi già fuori dalla Champions e quindi puntare sulla strada più facile, ovvero il campionato. La Juventus quindi preferisce gli obiettivi facili a quelli difficili. Preferisce vincere con le 'piccole della A' che non con le 'grandi della Champions'. La Juventus ha paura della Champions. E questa paura non la fa andare avanti. E le dichiarazioni di Allegri sembrano quasi un mettere le mani davanti. Ma vincere non era l'unica cosa che contava?