Premetto che buttare fuori Mourinho e Pogba o il 'maestro' Klopp, individuato da molti come risolutore di tutti i mali della Juventus nonostante curriculum e palmares piuttosto poveri o avere un impegno più agevole contro il Besiktas mi sarebbe piaciuto di più.

E' troppo presto per fare previsioni, è troppo presto per sapere in che condizioni le squadre arriveranno all'appuntamento, ma dopo 24 ore di riflessioni credo si possa dire che i sorteggi degli ottavi di finale di Champions League siano andati molto bene alla Juventus.

No, non è presunzione né si sta sottovalutando un avversario di tutto rispetto, che si è qualificato primo con 16 punti su 18 disponibili in un girone con il Real Madrid campione d'Europa in carica e un Borussia Dortmund che si è dovuto accontentare del terzo posto e della 'retrocessione' in Europa League. Oltre a non sottovalutarli, non bisogna nemmeno prendere come esempio l'amichevole estiva nella quale i bianconeri in netto ritardo di condizione sono stati investiti dall'Uragano Kane e dalla classe di Eriksen.

Proprio i due autori dei alcuni dei protagonisti della squadra affidata a Pochettino, il quale può contare su diverse soluzioni per far male a qualsiasi avversario: dal baby fenomeno inglese Dele Alli alle geometrie e la fisicità di Dembélé e Dier fino l'imprevedibilità del 25enne sudcoreano Son Heung-Min.

Spiace dirlo, ma è tutto qui. I punti di forza degli inglesi sono infatti limitati a questi uomini, mentre sono diverse le pecche degli Spurs. Come praticamente tutte le squadre inglesi la difesa lascia a desiderare e i bianconeri hanno le armi a disposizione per poterla colpire sia all'andata sia al ritorno, che si giocherà nel suggestivo e storico stadio di Wembley.

Oltre all'aspetto tecnico tattico, c'è da dire che il Tottenham non ha una grande storia, una grande tradizione europea: da una parte Harry Kane e compagni potrebbero sfruttare l'effetto outsider, ma dall'altra la poca abitudine nell'affrontare questo tipo di sfide si potrebbe manifestare come handicap.
Aver evitato City (già praticamente campione in Premier) e PSG (idem in Ligue 1) è una gran cosa, anche se è chiaro che una squadra che vuole competere per la vittoria finale non può e non deve temere nessuno.
L'unica cosa da fare è arrivare al doppio impegno (13 febbraio e 7 marzo) al top della condizione fisica e senza o comunque con il minor numero possibile di infortunati, dunque di presentarci in emergenza e con formazioni improvvisate.

Poi bisogna solo scendere in campo e fare la Juventus, mettendoci tutta la cattiveria, la rabbia e la voglia di andarsi a prendere quel maledetto trofeo che troppe volte ci è sfuggito e che tutti, dalla squadra ai tifosi, vorrebbero vedere in mano a Gigi Buffon in una notte di fine maggio a Kiev...