Quanto successo a Madrid ieri sera entrerà nei libri di storia sul calcio, ma soprattutto resterà impresso nelle menti di tutti i tifosi europei.

Non riesco a essere deluso per l'eliminazione, prevale l'orgoglio e la consapevolezza per l'impresa che i giocatori della Juventus hanno compiuto: rimontare 3 goals al Real Madrid, al Bernabeu, davanti a 90 mila spettatori che normalmente sono più di un 12° uomo in campo.

Comprendo altresì che per un tifoso juventino, quanto accaduto ieri sera, possa essere uno smacco ancora più grande rispetto alla finale persa di Cardiff, perchè un rigore (io penso che ci fosse) al 93' su un contatto molto dubbio non sarebbe dovuto essere concesso. Buffon ha paragonato il cuore dell'arbitro a un "bidone della spazzatura": preferisco paragonarlo a un blocco di ghiaccio. L'arbitro si è eretto a protagonista della gara, quando avrebbe potuto e dovuto tenere un profilo basso, senza esporsi a un rischio così grande.

La partita di ieri sera ha cambiato gli equilibri del calcio europeo e deve essere lo spartiacque della storia della società. Non c'è bisogno di rifondazioni, come qualcuno ha paventato: quanto accaduto ieri è certamente un punto di partenza per tutti i giocatori che in questo momento storico condividono la realtà juventina. Infatti, da domani, tutti i calciatori che indosseranno questa maglia si ricorderanno dell'impresa che hanno compiuto 11 gladiatori al Bernabeu, e si sentiranno in grado di ripeterla in ogni momento. E' una questione di consapevolezza, di maturità sportiva. Nessuno più in casa Juve guarderà all'urna di Nyon con l'ansia di conoscere l'avversario di turno in Champions: perchè da domani potrà essere la Juve il punto di riferimento. 

Si può immaginare il Venerdì il tifoso del Barcellona, del City, del Bayern di Monaco, ovviamente e ancor più del Real Madrid (che ieri deve aver vissuto un incubo indicibile) durante l'estrazione delle palline contenenti il nome della squadra da affrontare: il primo pensiero sarà "non la Juventus!"