Le prestazioni dell'argentino fanno discutere. In un contesto ridimensionato dalla sconfitta allo Stadium contro il Napoli, la sostituzione dell'argentino fa rumore ma era tutt'altro che scontata, come il suo futuro. 
Fiacca, timorosa, sovrastata dagli avversari. La Juventus perde malamente lo scontro diretto col Napoli e mette in discussione il settimo scudetto di fila, quello che era l'obiettivo minimo di una stagione che rischia di diventare fallimentare.

Una partita giocata dai padroni di casa con la paura dell'avversario, con la sensazione che giocassero per il pareggio e che a qualche minuto dallo scadere riportava alla mente le scene finali di Real Madrid-Juventus, in cui gli ospiti si sono schiacciati a difendere nella speranza di portare la partita ai supplementari e venendo poi beffati nella più tragica delle situazioni. Nel disastro generale spicca (ancora) l'assenza ingiustificata di Paulo Dybala, eclissatosi nei 45 minuti in cui era in campo, schiavo di un numero pesante da portare e di una difficoltà nell'essere trascinatore della squadra nei momenti difficili. 

A prescindere da come andrà a finire la stagione, ci sarà bisogno di fare delle profonde riflessioni sia sull'allenatore che su alcuni giocatori. La questione allenatore è complessa e non facilmente risolvibile con un "Allegri vattene" ma quello che è accaduto nelle ultime due giornate porterà indubbiamente ad un rinnovamento. L'obiettivo ovviamente sarà sempre quello di puntare ancora la tricolore, senza dimenticare una Champions da giocare a viso aperto contro chiunque sperando anche in maggior fortuna. Le linee guida del mercato sono sempre le stesse per Marotta:

  1. La società non si oppone  alla volontà di un giocatore di non proseguire nel progetto;
  2. Creare un mix di giovani e uomini di esperienza è fondamentale per far rimanere la squadra competitiva nel corso degli anni.

Proprio da Dybala passa il futuro della squadra. Analizzeremo, dunque, i pro e i contro di una possibile cessione dell'argentino: 

PRO

  • Paulo, ma in Champions dove sei? Il primo problema di Dybala è sicuramente il rendimento in Champions League. La sua terza partecipazione nella massima competizione europea è stata sicuramente la peggiore, iniziando dalla prima partita a Barcellona e finendo con la prestazione a Torino contro il Real Madrid. Nel mezzo, tante partite da desaparecido in cui non ha saputo spiccare tra i tanti, come invece dovrebbe fare un campionePrestazioni scialbe anche contro Olympiacos e Sporting, in cui non ha saputo liberarsi della marcatura ad uomo di Zdjelar e Battaglia. Termina la stagione europea con un solo goal, quello a Wembley in cui la gran parte del merito va a Higuain per l'assist al bacio che lo mette davanti a LLoris. Questa  Champions doveva essere quella del riscatto dopo Cardiff per Paulo Dybala, quella in cui avrebbe dovuto fare il definitivo salto di qualitù. Tra sette mesi compirà 25 anni, non è più un ragazzino e un'altra stagione europea sottotono sarebbe deleteria sia per lui che per la società. Fare delle triplette a Benevento, Genoa e Sassuolo  forse non basta più.
  • Voglia di cambiare? Cercando di immedesimarsi in Dybala, non è escluso che la partita d'andata col Real e la sostituzione di ieri col Napoli sia stata un duro colpo per l'argentino. I troppi blackout avuti questa stagione e la possibilità concreta che non faccia parte della spedizione argentina in Russia potrebbero portare Dybala a considerare la possibilità di lasciare la Juventus per affermarsi altrove. Profetiche sono state le parole di Dani Alves (con cui ha legato molto) lo scorso giugno, in cui invitava Paulo a lasciare la Juventus per diventare grande. Alla luce di tutto quello che è accaduto non solo nell'ultimo mese, ma in tutta la stagione, queste parole potrebbero spingere l'argentino a sguinzagliare il fratello-agente per cercare una nuova sistemazione.  
  • Dybala è un equivoco tattico? La posizione del n.10 è oggetto di molte discussioni e in campo questo equivoco si fa evidente. Allegri ha schierato nel corso della stagione vari moduli: si è passati dal 4-2-3-1 di inizio stagione al 4-3-2-1 e al 4-3-3. Tuttavia, anche nel 4-3-2-1, con Dybala sul terreno di gioco il centrocampo ha sofferto. Questo perché, con lui in campo, la mezzala sinistra in fase di inizio azione si alza a fare l'ala, lasciando gli altri due centrocampisti più arretrati. Ma con la palla più vicina alla porta avversaria, l'inserimento di Khedira in area e la presenza di Matuidi a livello della dei difensori espone la squadra a un pericolo importante in caso di contropiede avversario. In fase di non possesso invece il trequartista di destra va a fare il quarto centrocampista con Dybala vicino alla punta centrale. Un 4-4-2 dunque, con la conseguenza che il duo dei centrocampisti centrali molto spesso si trova in inferiorità numerica (quello che è avvenuto ad esempio all'andata contro il Real Madrid). E in fase offensiva, vengono ad essere meno frequenti e incisive le incursioni delle mezzali sui cross, come ad esempio lo sono state quelle di Matuidi su tutti e tre i goal della Juventus a Madrid. Ecco, Madrid. La partita perfetta della stagione della Juve sotto il punto di vista della prestazione, giocata senza Paulo Dybala. Quel 4-3-3 che così bene ha fatto a Madrid è impensabile con l'argentino in campo. A ciò si aggiunge la difficoltà di Paulo nel giocare con la marcatura ad uomo, cosa che in Champions è avvenuta sempre con Busquets, Battaglia, Zdjelar, Dembelè e Casemiro. Unico caso in cui non è avvenuto? Juventus-Barcellona dell'11 Aprile 2017, la miglior partita europea di Dybala. In quella partita l'assenza dello squalificato Busquets e il suicidio tattico di Luis Enrique (difesa a 3 con Mathieu e Mascherano mediano di centrocampo) hanno lasciato Dybala libero da marcatura. Ma, appunto, questo è un caso raro. Qual è, dunque, l'esatta posizione di Dybala far rendere meglio lui e tutta la squadra? Il fatto di aver vinto 3-1 al Bernabeu senza colui che dovrebbe essere l'uomo migliore della squadra lascia molti dubbi a riguardo. Cederlo a peso d'oro e comprare dei giocatori che possano dare qualcosa in più alla squadra inoltre non è utopia. E se trattenerlo significa dover fare un mercato low cost con Darmian, Hector e via dicendo, allora ne vale davvero la pena?

CONTRO

  • Dybala può diventare grande. Paulo Dybala ha tutto per essere un campione e può diventarlo. E' il tipico giocatore capace di accendersi all'improvviso e tirare fuori colpi di classe eccezionali. Il goal allo scadere in Lazio-Juventus è una perla e testimoniano ciò. E' ancora giovane e aspettare la sua completa maturazione regalerebbe alla squadra un campione assoluto.  
  • E se il problema fosse Allegri? L'allenatore toscano è un maestro nella gestione del gruppo e della partita. Tuttavia è sempre stato criticato per il gioco, troppo spesso affidate alle giocate del singolo a discapito di una fluidità e rapidità di manovra. La partita contro il Napoli è stata la peggiore degli ultimi anni sotto questo punto di vista. Allegri è capace di valorizzare i giocatori? E' indubbio il lavoro fatto con Pjanic, passato da mezzala/trequartista a mediano, senza dimenticare il recupero di un Khedira che era dato ormai per finito e l'inserimento di giocatori come Costa e Bernardeschi che hanno dimostrato di essere cresciuti molto. Ma è quel tipo di allenatore capace di far brillare un diamante grezzo? Facciamo l'esempio di Guardiola, non per quello che ha vinto ma per il lavoro che fa sui singoli giocatori. Prendete Raheem Sterling: pagato 56 milioni di sterline nel 2015, sembrava uno dei tanti flop pagati a peso d'oro dal City. Quest'anno ha fatto 23 goal e 14 assist trascinando la squadra alla vittoria della Premier con un distacco enorme sui cugini dello United. Guardiola è riuscito a tirare fuori il meglio da lui lavorandoci personalmente in allenamento. Per rendersi conto di questo, basta vedere il video a fine articolo in cui si vede come i consigli di Guardiola abbiano portato Sterling al goal contro il Feyenoord. Quanto migliorerebbe Dybala con un allenatore capace di esaltare il gioco del singolo e della squadra? Potrebbe diventare uno dei migliori al mondo, ma trovare l'allenatore giusto e disponibile è una questione molto complicata.  
  • Dybala è una manna per il marketing. La società ha intrapreso da anni l'obiettivo dell'aumento del fatturato per portarlo a livello di quello dei club più ricchi d'Europa e per fare questo ha investito nella squadra, nelle strutture, nel brand e nelle sponsorizzazioni per creare maggiore appeal attorno alla Juventus. E i campioni aiutano a crescere economicamente. Dybala rappresenta l'idolo dei tanti ragazzi, la sua maglia è la più venduta, è il giocatore della rosa con più followers sui social e rappresenta l'uomo immagine di questa squadra. Trattenere giocatori con un così impatto mediatico è indispensabile per l'immagine del club, a maggior ragione dopo l'addio di una bandiera come Buffon.

In conclusione, la partenza di Dybala potrebbe avere dei pro e dei contro.
La sensazione è che tutto sarà nelle mani del giocatore. Le ultime prestazioni dell'argentino lasciano interdetti tutti i tifosi e le opinioni su di lui sono molto discordanti. Forse Dybala renderebbe davvero meglio con un altro allenatore, o forse si è creata troppa aspettativa su di lui. L'importante sarà farsi trovare pronti ad ogni eventualità, con la speranza per il calcio mondiale che la Joya possa finalmente brillare di luce propria.