Negli ultimi anni noi tifosi juventini siamo stati abituati forse troppo bene: in questo periodo, infatti, da sei anni a questa parte già si parlava di scudetto o quasi; quest’anno sapevamo tutti che non sarebbe stato così perché il Napoli è in scia e di conseguenza, avendo anche molti scontri diretti nel finale di stagione, era quasi ovvio che il campionato si sarebbe deciso allo sprint finale.

Dopo la sconfitta casalinga maturata ieri sera proprio contro il Napoli ora si fa tutto più difficile per la Vecchia Signora: il calendario e le motivazioni sembrano propendere in modo netto nei confronti dei partenopei con il sodalizio guidato da Allegri obbligato a vincerle tutte da qui alla fine. Impresa non impossibile, il gruppo in passato si è dimostrato in grado di compiere questo genere di filotti, ma senza dubbio molto difficile.

La Juventus sembra non essersi ripresa dall’eliminazione in Champions: il giorno dopo scrissi che sarebbe dovuta prevalere la soddisfazione per una prestazione, quella a Madrid, degna di nota ben consci che in una competizione di quel tipo, con avversari di quella portata, si può anche uscire; invece sono prevalsi alibi e accuse: non tanto quelle di Buffon, attaccato e ridicolizzato da una schiera di vigliacchi che non si rendono conto che dietro il campione e il giocatore c’è un uomo con tutte le sue debolezze e sofferenze; la cosa più grave sono state le dichiarazioni di altri elementi, sia dentro la squadra che nella dirigenza che hanno fatto passare un episodio, quello del rigore, come una sorta di alibi dietro il quale arroccarsi; strategia che ha caratterizzato spesso e volentieri molti dei nostri avversari in campionato negli anni passati e che li ha fatti sistematicamente perdere.

Alibi vergognosi, come quelli sbandierati da Allegri ieri sera in conferenza stampa: una situazione del genere non si può infatti in alcun modo giustificare con l’assunto secondo cui “loro a novembre escono da tutte le competizioni e noi facciamo 57 partite”.
Vorrei ricordare ad Allegri che la Juventus ha il collettivo di gran lunga superiore, per qualità e ampiezza, di tutto il campionato; mi perdonerà se penso con forza che arrivare più in là delle altre sia non dico un dovere ma quasi. Così come penso con forza che la sconfitta di ieri è stata sì grave ma mai quanto il pareggio di mercoledì contro il Crotone: risultato figlio della superficialità, del pressappochismo e molto probabilmente della distrazione di alcuni nostri elementi, più interessati a mandare avanti le querelle mediatiche con presunti comici che ad un momento cruciale come questo. Quel pareggio credo possa risultare fatale per l’esito del campionato e forse qualcuno ne pagherà le conseguenze a fine stagione.

In questa fase della stagione non contano più i moduli, la condizione fisica, i cambi, le scelte; contano solo le motivazioni e la Juventus dovrà dimostrare di averne più di un Napoli mai come quest’anno ad un passo dalla vittoria. Riconosco che confermarsi campioni per sei anni, ed essere in lizza per il settimo, sia un qualcosa di estremamente difficile; non pretendo la vittoria come un bambino viziato ma vorrei che, se dovrà essere sconfitta, che perlomeno avvenga con la consapevolezza di aver giocato tutte le fiches con una squadra concentrata solo sul campo e non sulle dichiarazioni alla stampa, dai giocatori alla dirigenza.
Nonostante gli ultimi risultati, è ancora tutto nelle mani della Juventus.