Il calcio in Italia segue il destino del paese. Un paese che ha dissipato ogni prestigio ricorrendo il pressapochismo; la furberia, la meschinità, l’illegalità, i personalismi.
Se gli italiani non comprenderanno che il paese tornerà grande solo smettendo di comportarsi da parassiti; da mezzi uomini senza onore (quello vero non quello mafioso); e se non inizieranno a rispettare le regole, la nazione deflagrerà e ci troveremo a far parte dei paesi del terzo mondo (cosa per me in parte già avvenuta).
L’obbligo del rispetto delle regole è un diktat necessario per ipotizzare una ripresa economica e una rinnovata solidità sociale. Sono venti anni che dirigenti e governanti svendono pezzi di paese per raggiungere agi e privilegi a scapito della popolazione. Siamo talmente abituati a questo modus operandi, che non solo non ci indigniamo, neppure lo consideriamo disonesto e moralmente deprecabile. Ed invece è la causa di tutti i mali italiani di oggi.

I personaggi che bazzicano attorno al calcio non fanno eccezione, (parlando di ruoli istituzionali e coloro che relazionano con le istituzioni) e sono quanto di più mediocre (eufemismo) il paese possa è offrire.
I potenti devono cambiare regime e lasciare che le migliori menti, a costo di qualche svantaggio personale immediato (in Italia chi può gestire il potere decisionale a proprio vantaggio non molla), rimangano finalmente in questo paese evitando di emigrare e assumano le cariche importanti che solitamente vengono loro offerte all’estero. Solo con le migliori menti e una nuova visione del futuro basato su onestà e condivisione l’Italia potrebbe rinascere. Ma dobbiamo convincere vecchie cariatidi e la nostra dirigenza a farsi da parte; lo vediamo in politica: i soliti noti da vent’anni a questa parte per pur di mantenere il potere per raggiungere vantaggi personali, hanno lasciato che il paese implodesse.
Questo è un atteggiamento che purtroppo è sconfinato anche nel calcio. Il calcio in Italia ha perso ogni concetto e consuetudine educativa. Oggi il calcio in Italia, escluse poche eccezioni, è solo un mezzo per essere riconoscibili e raggiungere vantaggi personali sul territorio. Questo atteggiamento fa si che si perdano le maggiori occasioni professionali a beneficio del calcio, per inseguire i propri interessi: è ora di cambiare.

Con tutto il rispetto, Tavecchio è un personaggio che può stare ai vertici del calcio italiano? Tavecchio, come del resto tutte le cose in questo benedetto/maledetto paese, è stato messo lì dai soliti noti di cui non faremo i nomi: Galliani, Lotito, etc. Bisogna pensare ai ragazzi, al bene del calcio ed eleggere nuovi personaggi giovani, competenti, che abbiano a cuore il mondo del calcio e il benessere dei calciatori, perché i calciatori che guadagnano mkilioni diventando ricchissimo sono una percentuale esigua rispetto a tutto il movimento.  
Una cosa che Spagna e Germania hanno fatto oltre 10 anni fa, riorganizzando completamente il settore del calcio giovanile e  metodologie di allenamento, raggiungendo traguardi importantissimi che sono sotto gli occhi di tutti. Ma se guardiamo le dirigenze calcistiche italiane e le valutiamo per professionalità e impegno a favore dei risultati ci chiediamo quante società potrebbero oggi istituire reparti giovanili con organizzazioni all’avanguardia? In che stato di salute sono le società calcistiche delle province italiane (promozione, serie D, serie C), bacino del calcio professionistico di serie A e serie B? Stendiamo un velo pietoso!
Le società calcistiche minori (ad esclusione di poche felici realtà) seguono il destino e il Modus operandi del paese: vantaggi personali e visibilità per dirigenti e presidenti. Vogliamo i campioni? Si impongano regole rigide alle piccole squadre dilettantistiche per l’educazione a livello giovanile e l’apertura di scuole di calcio istituzionali con istruttori competenti legati alla federazione. Una federazione di calcio che non ha un protocollo per l’educazione dei giovani calciatori; che non ha scuole di calcio istituzionali legate alla federazione; che non ha una TV nazionale per monitorare e dare visibilità alle attività giovanili nel paese, è una federazione proiettata nel passato, praticamente morta. Insomma, volete i campioni? È ora di cambiare tutto!