L'ambiente rossonero è passato da un clima di ingiustificata euforia a uno di altrettanto ingiustificata depressione.

In soli 3 giorni Montella è stato messo in discussione, cacciato e riconfermato (mediaticamente parlando). Cutrone era il nuovo Inzaghi, ma l'averlo schierato contro la Lazio è diventato improvvisamente un errore. Bonucci, il top-player, si è ritrovato declassato a mezzo giocatore, in grado di rendere solo in una difesa a 3.

No, non ci siamo. Non possiamo esserci, perché come non si era capito che il Milan non era diventato di colpo il favorito per lo scudetto, non è neanche possibile che sia diventato un'accozzaglia di errori tattici e di mercato.

Il rovinoso 1-4 di Roma è stato il frutto di un errore di valutazione: aver voluto affrontare l'ottima Lazio all'Olimpico con lo stesso piglio con cui sono stati affrontati Craiova, Shkendija, Crotone e Cagliari. Non era consigliabile né possibile, ma lo si è capito solo dopo. Purtroppo.

Montella si è lasciato prendere la mano, mentre Cutrone e Bonucci sono stati travolti dalla confusione in cui la squadra è precipitata, quando s'è accorta di non poter fare la voce grossa coi laziali.
Ora, Cutrone resta uno che può partire alla pari con gli altri dell'attacco, usando ovviamente l'accortezza di non caricarlo di eccessive responsabilità. Bonucci sarà di certo più bravo a giocare in una difesa a 3, ma non si vede perché non possa giocare anche in una difesa a quattro, protetta dal centrocampo entro i limiti della decenza.
Montella è un ottimo allenatore dal temperamente irruento, che ogni tanto ha bisogno di una secchiata d'acqua gelata per tornare alla realtà. L'ha avuta domenica e per un po' gli sarà sufficiente.

Raiola continua a far parlare di sé sui giornali, ma non esagerate la portata delle sue dichiarazioni. Quando ha rinnovato il contratto di Gigio ha trionfato procurando al suo assistito un ingaggio da nababbo. Una cifra che per il momento nessuno offrirà al ragazzo.
Volete che non sia soddisfatto? Ma il suo lavoro è comunque quello di ricordare a tutti che c'è. E lo sta facendo.