La sconfitta di ieri sera contro la Sampdoria ha lasciato l'amaro in bocca a tutti noi bauscia, innanzitutto ai 47.030 spettatori presenti nel Lunedì sera del Meazza. È evidente che improperi, insulti ed altro sono volate nella mio soggiorno in direzione del televisore che vedere uno svogliatissimo e poco concetrato Brozovic, un immusonito, svanito e svampito Joao Mario e la buona parte dell'intera squadra scesa in campo nel secondo tempo vagare inconcludenti per il campo da gioco senza sapere bene cosa fare quasi che il calcio non fosse la loro professione ma fossero stati catapultati lì da una remotissima galassia non mi ha fatto piacere. Ma sbollita la rabbia comprendo che siamo la solita vecchia pazza Inter: capace delle più strabiliante imprese come delle più imbarazzanti cadute. Questa è l'Inter: prendere o lasciare. Squadra femmina, volubile, pazza: che ci fa soffrire, incazzare, bestemmiare ma anche godere in maniera quasi erotica... lo sappiamo, quale sarebbe la novità? Siamo così: capaci dell'impossibile e del suo opposto, sempre in cerca un equilibrio che non riusciamo a mantenere, sempre in cerca del condottiero senza macchia e senza paura in grado di guidarci e tirarci fuori dalle nostre stesse tenebre interiori... Quale sarebbe il problema? È la natura, l'essenza dell'interismo: forse proprio questo il segreto del successo, oggettivamente inspiegabile, che nonostante tutto la Benemata continua a riscuotere tra gli appassionati di calcio, tanto che continuano a nascere e perpetrarsi generazioni di nuovi interisti. Per cui a tutti coloro che auspicano improbabili rifondazioni, cacciate di allenatori, e qualsivoglia altra drastica iniziativa dopo 'impreviste' sconfitte dico: 'Questa è l'Inter bellezza, prendere o lasciare" Se non siete disposti ad accettarla così com'è, o non avete ancora capito la natura della vostra squadra del cuore e volete cambiarla, bè, forse non è lei che deve cambiare la sua centenaria e gloriosa Storia per voi, ma siete voi che non fate per lei. #AMALA