Secondo diversi tifosi nerazzurri, la rosa con la quale l'Inter affronterà la stagione 2017/2018 non è adatta per gli obiettivi che la società intende raggiungere. Andiamo ad analizzarla reparto per reparto, fermo restando che senza coppe europee una troppa abbondanza potrebbe causare solo scontenti all'interno dello spogliatoio:

DIFESA – Partendo dal fatto che in porta c’è una sicurezza come Handanovic, è sicuramente questo il reparto nel quale l’Inter ha carenze e punti interrogativi maggiori: certamente manca il terzo centrale affidabile, importantissimo innanzitutto perché il centrale è soggetto a squalifiche, senza contare inoltre che Miranda non è più giovanissimo e per quanto riguarda Skriniar, che fino ad ora ha ben impressionato, sarà da valutare la sua tenuta mentale sulle 38 partite stagionali che eventualmente giocherebbe con una maglia così pesante come quella nerazzurra.
Le uniche riserve sono un Ranocchia che al 20 di agosto Spalletti dava in partenza, e Zinho Vanheusden, giovane 18enne della primavera di cui tutti hanno parlato benissimo ma si sa, la prima squadra è un’altra cosa (nel caso, citofonare Bonazzoli, Longo, Bessa, Puscas).
Insomma, due scommesse che il tecnico di Certaldo proverà a vincere, pur sapendo che il centrale italiano viene da annate difficili e il ragazzo belga ha bisogno di tempo.
Sulle fasce la faccenda non è molto dissimile: l’Inter ha 5 terzini (se si aggiunge Cancelo alla lista) di cui solo uno mediamente affidabile: D’Ambrosio, il quale sebbene non faccia sfracelli, quanto meno non fa danni, gli altri sono tutti dei giocatori da (ri)valutare. Santon non ha mai praticamente giocato questa estate a causa dei suoi soliti problemi fisici e per questo non ha avuto offerte, Nagatomo nelle prime due partite è stato il solito Nagatomo: nulla di speciale in attacco, sofferente in difesa (per la verità più con Gil Dias della Fiorentina che con Defrel della Roma). Interessanti, invece, i profili di Dalbert e Cancelo: giovani con passo e buoni spunti atletici ma Spalletti ha già frenato gli entusiasmi affermando che la difesa deve muoversi come un’unica entità e certamente servirà del tempo per vederli esprimersi al meglio; in particolare, il portoghese potrebbe, quando rientrerà dall’infortunio, giocare anche al posto di Candreva regalando una soluzione in più e maggiore imprevedibilità al gioco dell’Inter. 

CENTROCAMPO – Gli innesti di Borja Valero e Matias Vecino regalano all’Inter un maggiore senso di completezza. Il centrocampo nerazzurro da due anni viveva sulla staticità (e la monodimensionalità calcistica) di Medel e Kondogbia, soffrendo particolarmente quando c’era da impostare il gioco da dietro.
Ora l’Inter ha una mediana valida se non a 360°, quasi, e quando Gagliardini entrerà in forma, sarà anch’egli importante perché la sua fisicità (unita ai buoni piedi e ai buonissimi tempi di pressing) nel campionato italiano è sempre garanzia di rendimento alto. L’unico neo potrebbe essere l’età di Borja Valero, ormai non più giovane, ma con la Roma capace di percorrere 12 km (interista con più km percorsi). Dietro la punta si alterneranno invece Joao Mario e Brozovic: il croato è più adatto alla Serie A, avendo migliore tiro dalla distanza e maggiore capacità di inserimento senza palla, resta però il dubbio che le sue gambe siano collegate al cervello: corre tanto ma spesso lo fa male, non sempre fa la giocata giusta e spesso è indolente, Spalletti su di lui dovrà fare un lungo lavoro per cercare di tenerlo sempre vivo e non solo per due mesi l’anno. Di contro, il portoghese ha classe e un elevato IQ calcistico per essere un ragazzo di “soli” 24 anni, manca però in tiro dalla distanza e soprattutto negli inserimenti senza palla, qualità importanti se davanti si gioca ad una punta sola.

ATTACCO – La punta di diamante è ovviamente Mauro Icardi: a segno già 4 volte in 2 partite, “Maurito” sta anche inserendo altre qualità nel suo arsenale: già nell’ultima stagione si sono visti evidenti miglioramenti al di fuori dell’area di rigore avversaria, e a questa dote Icardi sta aggiungendo anche la capacità di reggere contrasti fisici (vedere come sposta di spalla Manolas nell’occasione del potenziale 1-3) e di leggere le azioni, non solo dentro l’area di rigore. Se l’argentino segnerà tanto sarà anche merito degli esterni: Ivan Perisic è partito già con 3 assist, alternando momenti di onnipotenza atletica a sprazzi di indolenza nei primi 70’ a Roma ma resta un giocatore unico (basti vedere l’incapacità di Mourinho nel trovare alternative al profilo del croato) nell’unire spirito di sacrificio, assist e gol; potenzialmente può andare a realizzare una “doppia-doppia” questa stagione; importante anche il lavoro di Candreva, non sempre lucido e brillante ma comunque fondamentale nell’equilibrio tattico dell’Inter.
Sull’ex giocatore della Roma, peraltro, è in corso una variazione tattica interessante, infatti rispetto ad un anno fa gioca più dentro al campo e meno largo, scelta tattica che può comportare qualche cambiamento nel gioco rispetto allo scorso campionato.
Come alternative c’è il solito Eder, duttile e, al netto di qualche parola non sempre confortante davanti ai microfoni, sempre a disposizione della squadra. Intriganti, invece, i profili dei giovani Karamoh e Pinamonti che potrebbero rappresentare delle scommesse vincenti capaci di far entrare Spalletti e Sabatini nel cuore dei tifosi interisti.

In definitiva, la rosa dell'Inter ha alcune certezze ma tante scommesse, probabilmente servirà anche un po' di pazienza con alcune di queste ma è certamente attrezzata per lottare per i primi 4 posti.