Joao Cancelo ed Henrique Dalbert sono stati i rinforzi sulle corsie difensive messi a disposizione di Luciano Spalletti dall'ex coordinatore dell'area tecnica di Suning Sports Walter Sabatini, dimissionario pochi giorni fa dopo nemmeno un anno dalla sua nomina, e dal direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio l'estate scorsa:

  • Joao Cancelo è approdato in nerazzurro dal Valencia a titolo temporaneo con opzione di acquisto a 35 milioni di euro entro il prossimo 31 maggio, stessa scadenza per l'esercizio della contestuale opzione di acquisto di Geoffrey Kondogbia da parte del Valencia a 25 milioni di euro. L'innesto del terzino destro portoghese si è trattato di un'opportunità di mercato presentatasi quando Kondogbia ha manifestato, dopo due stagioni al di sotto delle aspettative, di non essere disposto a restare agli ordini di uno Spalletti che lo avrebbe sì trattenuto volentieri ma che gli aveva anche fatto capire che nelle sue gerarchie iniziali sarebbe partito dietro a Gagliardini, Vecino e Borja Valero con Brozovic e Joao Mario in origine destinati a competere per una maglia da trequartista.
  • Dalbert è approdato in nerazzurro dal Nizza a titolo definitivo per 20 milioni di euro più 6 di bonus e una percentuale tra il 10 e il 20% sulla futura rivendita. L'innesto del terzino sinistro brasiliano ha rappresentato quasi una priorità per Ausilio e Sabatini, dal momento che la trattativa, al rialzo, è durata per oltre due mesi: tanta è stata la convinzione nel portarlo a Milano, che l'indicazione di Spalletti di portare a casa Kolarov in uscita dal Manchester City a prezzo di saldo è stata ignorata. Esperienza, leadership, qualità e un cannone al posto del piede sinistro in grado di sbloccare partite complicate su calcio da fermo gli elementi che Spalletti aveva individuato nel terzino serbo poi passato alla Roma, un usato più che sicuro per risolvere finalmente l'atavico problema della fascia sinistra dell'Inter. I direttori hanno però preferito investire su Dalbert, di 8 anni più giovane, il cui relativo esborso avrebbe sì comportato circa 15 milioni di cartellino in eccesso ma anche un ingaggio decisamente inferiore e nessuna commissione ulteriore. Ragionamenti in ossequio anche ai dettami di Suning, con investimenti per calciatori under 25 tendenzialmente preferiti (Gabigol, Joao Mario, Gagliardini, Skriniar) a quelli per calciatori over 30 (Candreva, Borja Valero).

Luciano Spalletti accoglieva così i due giovani e promettenti esterni accomunati dalla tendenza alla spinta e dalla poca propensione alla copertura: "Sono molto offensivi, il che va bene perché noi vogliamo essere propositivi. Ma al contempo ci sono dei tempi di scappata per il reparto difensivo che bisogna conoscere, basta poco perché l'avversario prenda il tempo alla linea difensiva. Questa deve comportarsi come un blocco unico e in tal senso c'è da fare qualche passettino. Poi se li lasci andare a briglia sciolta sono cavallini che vanno oltre le possibilità".

Ai blocchi di partenza, ad agosto, sembrava che Cancelo fosse una soluzione alternativa al più difensivo D'Ambrosio in base alle caratteristiche degli avversari, oppure a Candreva in posizione più avanzata dal momento che a Valencia era stato spesso e volentieri impiegato come laterale di centrocampo, e che Dalbert necessitasse di una prima fase di adattamento al campionato italiano per poi essere definitivamente promosso a padrone della fascia sinistra. Dopo l'ingresso a Roma, le due maglie da titolare consecutive contro Spal e Crotone e poi quella col Genoa, il brasiliano non è più stato riproposto titolare da Spalletti fino agli ottavi di Coppa Italia contro il Pordenone e due mesi dopo nello scialbo pareggio casalingo contro il Crotone. Subentrato contro Juventus, Fiorentina e Roma, il terzino ex Nizza si è mostrato spaesato nel reggere la posizione in campo, arruffone in fase difensiva e di conseguenza anche intimidito nello sprigionare le doti offensive che avevano spinto i direttori a puntare su di lui: traversoni sballati ed elementari tocchi in appoggio errati nelle sue ultime uscite a San Siro contro Roma e Crotone. Al contrario, Joao Cancelo non è più uscito dall'11 titolare da quando è stato lanciato nella seconda metà di dicembre, a eccezione della panchina punitiva contro il Crotone. Classe, facilità di palleggio, partecipazione alla fase offensiva, piedi e tecnica di base da trequartista non sono passati inosservati e la diagonale mancata nel derby d'andata in occasione del provvisorio 2-2 ha dato il via a un attento lavoro tattico su misura da parte di Spalletti e Martusciello, che lo hanno plasmato anche dal punto di vista della copertura. E così, Spalletti ha risolto il problema della fascia sinistra dirottando D'Ambrosio, protagonista di un ottimo asse a destra con Candreva durante il girone d'andata, sull'altra fascia. Dopo aver impiegato anche Santon a sinistra, il quale ha causato due dei tre gol dell'Udinese e quello della Roma a San Siro, il tecnico di Certaldo ha trovato la quadra sulle fasce fino a fine stagione. La diffida di D'Ambrosio potrebbe offrire a uno tra Santon e Dalbert un'ultima occasione di parziale riscatto, anche se a oggi sembra chiara la preferenza di Spalletti: quando ha deciso di far rifiatare il terzino campano nel secondo tempo contro il Verona risparmiandogli un eventuale giallo in vista del derby è entrato Santon e non Dalbert, che ha incassato un'altra bocciatura. "Se non entra sul 3-0 in casa contro il Verona quando gioca?", questa la domanda più gettonata sugli spalti del Meazza, ma la risposta appare immediata: D'Ambrosio salterà quasi certamente una delle ultime 8 partite (derby escluso) e Spalletti ha voluto fare le prove generali optando per un altro terzino di copertura, più bloccato, che possa scalare a terzo centrale attuando la ormai nota "difesa a tre e mezzo" con Cancelo sulla linea dei centrocampisti.

Le ottime prestazioni di Joao Cancelo, vero e proprio regista difensivo dell'Inter, come Kolarov alla Roma, da una parte aumentano il rimpianto di non aver puntato anche sul serbo ex City, perché una coppia di terzini Cancelo-Kolarov sarebbe stata una sicurezza oltre che un perfetto mix di esperienza e freschezza, dall'altra però leniscono l'amarezza di un ennesimo terzino sinistro di ruolo che fallisce all'Inter. Ad oggi, l'operazione Dalbert è catalogabile tra i flop del mercato interista, con l'auspicio che la prossima stagione possa rappresentare quella della svolta per il brasiliano, anche se Ausilio ha già bloccato Asamoah a parametro zero e ciò non denota piena fiducia che questo accada. Se sarà mandato a giocare in prestito o se resterà in rosa pronto a cogliere le sue occasioni sfruttando le rotazioni consentite dalle coppe europee non è dato saperlo, sta di fatto che per ora la maledizione dei terzini sinistri dell'Inter continua. Cancelo invece può tranquillamente essere definito come il terzino destro migliore del dopo-Maicon a distanza di ben 6 anni, non che a concorrere con i Jonathan e i Montoya ci volesse tanto, ma la sua classe superiore lo rende uno dei migliori giocatori della rosa nerazzurra attuale. Attenzione però: il portoghese va riscattato, e va fatto entro il 31 maggio con impatto sul bilancio corrente. I 35 milioni sono ammorbiditi dal contestuale riscatto di Kondogbia, ma c'è uno scarto di 10 milioni che insieme ad altri conti in ottica settlement agreement, va colmato: non così immediato come sembra, ad esempio non è considerabile l'operazione Murillo (sempre con il Valencia) perché la sua è una cessione a titolo temporaneo che diventerà a titolo definitivo alla prima presenza del calciatore con gli spagnoli nel 2018/19 o al raggiungimento di 10 punti in classifica da parte del Valencia nella Liga, quindi riferentesi al bilancio successivo, ma il suo riscatto è senza dubbio alcuno ben più agevole rispetto a quello di Rafinha (altri 35 milioni che andrebbero ridiscussi tramite formule quali un rinnovo del prestito magari favorito dalla volontà del giocatore che a Milano e all'Inter sembra integrato alla perfezione e a tempi record, contribuendo a un'efficace occupazione degli spazi centrali dietro la punta che prima del suo ingresso in squadra erano una vera e propria voragine tra i due reparti).

In chiusura, un accorato appello a Piero Ausilio: prima di arrenderti studiando operazioni alternative al riscatto di Cancelo quali il tuo pupillo Vrsaljko, che comunque l'Atletico non lascerebbe partire gratis, o eventuali scambi agevolati con la società amica Sampdoria (immediato il riferimento a Bereszynski), tentale tutte per rendere Cancelo definitivamente nerazzurro. Il portoghese era stato seguito anche dalla Juventus, la quale si farebbe trovare pronta per cogliere l'occasione rimpiazzando Lichtsteiner, e raramente la Juventus sbaglia valutazioni sui calciatori. E allora vai Piero, riscatta Joao Cancelo.