Nella serata di ieri, nel match delle 20:45, anticipo caldo del sabato sera di serie A, è andato di scena il derby tutto nerazzurro tra Atalanta e Inter, disputatosi in casa bergamasca allo stadio Atleti Azzurri d'Italia; l'incontro è terminato con uno sterile 0-0, che sostanzialmente scontenta entrambe le formazioni in lotta per un avanzamento in classifica, in quella ricerca di punti validi per un accesso europeo nella prossima stagione.

Il copione dello spettacolo si è mostrato chiaro già dalle prime battute: Gasperini schiera il solito 3-4-2-1 con la novità del giovanissimo Barrow davanti, con una rimanente formazione tipica; Spalletti risponde con un modulo speculare, accettando il duello uomo contro uomo, nel quale rispolvera Davide Santon largo sulla sinistra, affidandosi a Cancelo invece per la corsia di destra. 

Gli uomini guidati dall'ex tecnico dell'Inter si rendono subito pericolosi, e soprattutto dettano il ritmo altissimo del match, con un pressing che non permette a Icardi e compagni di venire fuori palla al piede: Gomez sfiora la rete in una delle primissime occasioni calciando a lato in un uno contro uno al quinto, ma è proprio la sorpresa Barrow a creare i maggiori pericoli dalle parti di Handanovic, muovendosi su tutto il fronte dell'attacco, trovando diverse volte la conclusione, costringendo addirittura il portierone sloveno ad una super parata su un colpo di testa al 30 esimo minuto, in una girata dov'era riuscito a rubare il tempo ad un difensore esperto come il brasiliano Miranda.

Nella prima frazione l'Inter fatica moltissimo e non riesce quasi mai a ripartire, anche per la difficoltà nell'adattarsi in un terreno così complicato al nuovo modulo imposto da Spalletti, ma occhio alla velocità di Ivan Perisic: il croato al minuto 42 riesce a scappare sul filo del fuorigioco ed a ritrovarsi solo contro Berisha, dove esplode un diagonale che sarebbe stato fatale per l'estremo difensore albanese, se non fosse uscito di un centimentro alla destra della porta.

Il resoconto della seconda metà di gioco racconta però una partita completamente diversa, con gli ospiti che raccolgono fiducia minuto dopo minuto, mentre l'Atalanta inizia ad arrancare per la fatica maturata precedentemente: l'Inter avanza il proprio baricentro e spaventa più volte la tifoseria bergamasca, con il centrocampista brasiliano Rafinha, poco lucido al momento di concludere, ma soprattutto con Eder, subentrato allo stesso ex blaugrana al minuto 71, che prima bussa dalle parti di Berisha con una sassata direttamente su punizione e poi propizia un'occasione d'oro proprio allo scadere, con un cross al bacio per l'inserimento di Perisic, che manca però l'appuntamento con il goal (ancora una volta).

Il match si conclude però a reti bianche e l'Inter rimane con la casellina bianca delle reti realizzate nelle ultime 3 uscite, con un Mauro Icardi che appare piuttosto spento, con il tecnico toscano dei nerazzurri che però lo difende nelle dichiarazioni del post gara, dove accusa i giornalisti di essere troppo attaccati ai numeri, senza contare che l'argentino ha partecipato bene all'azione, creando diverse occasioni, poi però non concretizzate: potremmo anche dare ragione al nostro caro Spalletti, se non fosse che l'Inter si trova in un piazzamento di classifica, dove non può permettersi passi falsi come quello di ieri sera, perché la champions league non aspetta nessuno.

"Chi ha tempo non aspetti tempo", come dice un antico proverbio, e Spalletti se non vuole fallire miseramente, mancando quell'accesso tanto desiderato alla UCL, deve sviluppare una squadra più cinica e tenace, che anche in campi difficili, come in quello dei bergamaschi, e in tempi ridotti dalle fiammate avversarie, riesca comunque a portare a casa i 3 punti, senza analizzare sempre il bicchiere pieno a metà, proprio perché davanti alla classifica, dove è la sostanza a fare da padrona, il punto di vista non assume più alcuna importanza.