Come avrete capito, il titolo dell'articolo è tratto da una canzone di Eros Ramazzotti Questo immenso show, molti conosceranno la frase compresa nel testo: Quante facce hai, ma quante facce hai, maschere su maschere, quale indosserai quando me ne andrò da questo immenso show .

E questo è l'epilogo di Pep Guardiola quando si congedò dal Barcellona dopo vittorie su vittorie tra campionato e Champions, così come accadrà a Massimiliano Allegri dopo le vittorie italiane, con campionati e coppe, ma senza alzare nessun trofeo europeo, con la consapevolezza di aver fatto del tutto in tre anni per riportare la Juventus sul tetto del mondo, ma ciccando le due finali 2015 e 2017, entrambe con le squadre più forti al mondo in entrambe le stagioni.

Cosa avrebbe potuto fare di più un tecnico con le rose che ha avuto in quelle due stagioni? Vorrei ricordare a chi forse non ricorda bene quelle due finali (forse quella di quest'anno è più facile da ricordare), un Dybala che non struscia un pallone e Higuain che tira una sola volta, e se non fosse stato per Mario Mandzukic, che inventa un super gol, nemmeno avremmo avuto la gioia di esultare per un gol contro la "Corazzata Potemkin" che alla fine ci ha asfaltato, con Cristiano Ronaldo come al solito migliore in campo.

Nel 2015 contro il Barcellona la partita fu giocata su episodi, uno fu un rigore nettissimo non fischiato su Pogba, con ripartenza gol del Barcellona. Ma quello che purtroppo non venne capito fu il comportamento in campo dei giocatori più importanti nella stagione, cioè Vidal, Pogba e Tevez nulli per tutta la partita. Cosa avrebbe dovuto fare Allegri? Ma quello che ci chiediamo tutti, se in quelle due partite Dybala, Higuain, Pogba, Vidal e Tevez fossero stati in partita, come sarebbero finite? Sicuramente contro il Barcellona avremmo fatto molto meglio.
Ma come vi dicevo Allegri (almeno credo) secondo me è soddisfatto dei suoi tre anni in bianconero, il suo intento era quello di non far dimenticare il suo predecessore Antonio Conte, tentando di migliorare le prestazioni della squadra in Europa, e c'è riuscito eccome.

Ma come sappiamo in ogni bella storia c'è sempre il momento di dirsi addio, per chi si ritira dal calcio, per chi vuole andare via, per chi non riesce a vincere entro un periodo prefissato dalla società.
Ecco, Allegri ha avuto in tre anni due di queste tre opzioni. Il momento di dirsi addio era balenato nella mente del tecnico di Livorno già nella passata stagione, quando le voci su un presunto interesse del Barcellona mise in apprensione la società bianconera che con una offerta di prolungamento di contratto bloccò sul nascere ogni trattativa sotto traccia.
Quest'anno però non ci saranno ostacoli per chi volesse tentare il tecnico, visto che Andrea Agnelli sembra essersi infervorato di Simone Inzaghi, allenatore della Lazio, che in una intervista rilasciata alla Domenica Sportiva, dopo un leggero tentennamento con tanto di risatina nervosa, risponde: "Non so niente, ma sono felice di allenare la squadra di cui sono tifoso da sempre, per me sono già arrivato a quello che volevo".

Come sappiamo anche Mihajlović disse Non allenerò mai il Milan, poi sappiamo tutti cosa ha fatto. Credere alle voci dei diretti interessati e come raccontare una barzelletta dove nessuno accenna a un sorriso. Allegri maschera molto bene in ogni conferenza stampa i suoi dubbi sul gruppo, ma anche la voglia di evadere da questa società, lui vuole vincere in Europa, anche se ha già vinto nel Milan, ma non vuole accontentarsi, per questo è già d'accordo con la società, qualora volesse lasciare il club, Agnelli e Marotta non faranno resistenze, accontentando le sue scelte.

Cosa dire di Allegri? Io da tifoso bianconero e scettico fin dall'inizio, ho sempre pensato che Allegri è un buon tecnico, ma non incarna il tecnico da Juve.
Faccio un breve esempio, chi ricorda Marcello Lippi? Chi ricorda Fabio Capello? Chi ricorda Antonio Conte? Marcello Lippi era come Allegri in panchina, tranquillo e sereno, con alcuni richiami al limite, ma poi chi si ricorda quando la squadra giocava male, cosa succedeva dopo una bella strigliata nello spogliatoio? La Juve rientrava in campo e macinava l'avversario. Passiamo a Fabio Capello il Sergente di Ferro, ricordate Del Piero in panchina? Ecco lui era uno di quelli che se ne fregava di chi eri, potevi anche essere Messi o Cristiano Ronalo, oppure Alex Del Piero bandiera e giocatore più forte di tutti i tempi in maglia bianconera. Con l'avvento del friulano, Del Piero venne sopravanzato da un certo Zlatan Ibrahimovic che venne affiancato a David Trezeguet in quel biennio che portò due scudetti (poi revocati per lo scandalo Moggi e friends).
Ultimo ma non ultimo, Antonio Conte, ex capitano e bandiera della Juventus tra gli anni 90-2000, tecnico che divorava in campo quelli che bivaccavano e alcune volte li sostituiva anche a primo tempo se non rendevano come diceva lui, quello che ha stravolto una squadra che non vinceva e non convinceva, in una macchina perfetta, unico difetto la squadra non rendeva in Europa come si vedeva in campionato.

Ecco, Allegri ha qualche carenza nel confronto con questi tre, di cui due mostri sacri sulle panchine come Lippi e Capello che hanno vinto molto, sia nei campionati, come in Europa, Lippi anche un Mondiale 2006 strepitoso.
Cosa manca al tecnico toscano? Vediamo le differenze con questi tre tecnici:

Allegri - Lippi: le differenza tra i due toscani è quello di vedere la squadra in campo, gli spostamenti a partita in corso, le sostituzioni. Allegri in ogni partita (salvo infortuni) non sostituisce prima del settantesimo minuto, mettendo sempre a rischio il risultato finale della partita.

Allegri - Capello: qui la differenza è abissale. Perché dico questo? Capello quando era il tecnico bianconero non accettava nessun comportamento fuori dalle righe, quindi le sue decisioni erano sacrosante e senza opportunità di replica, rischio esclusione nella formazione titolare nella partita successiva. Del Piero (un signore in tutto e per tutto) si accomodò in panchina molte volte, senza essere mai stizzito, anzi accettò il volere del tecnico, che fino a quel momento aveva azzeccato il duo Ibrahimovic - Trezeguet.
Allegri invece non ha quel modo di farsi capire, non ha cattiveria nel farsi rispettare. Infatti Bonucci non venne messo fuori da lui in quella partita contro il Porto, ma fu la società stessa a decidere l'esclusione del giocatore da quella partita, però poi camuffata dando il merito al tecnico. Adesso si ripropone con il comportamento di Paulo Dybala, che si stizzisce quando viene sostituito, con un labiale compreso dallo spettatore, come a mandare a quel paese il tecnico in modo più contenuto. Fosse stato Capello il tecnico, Dybala avrebbe passato alcune partite da spettatore, seduto in panchina, per cattiva condotta. Poi si poteva inventare il periodo no, Capello se ne sbatteva di tutte le cose che avrebbe detto.

Allegri - Conte: la grinta. Ecco la differenza tra i due tecnici, la cattiveria che Conte aveva in campo e fuori, quello uscire senza voce, sgolandosi in panchina. Conte aveva il fuoco negli occhi era smanioso, non riusciva a mantenere la calma nemmeno sul 3-0 a due minuti dal termine. Allegri è placato, è cambiato facendo quella scenata contro il Carpi in trasferta nel 2015 nel 2-3 per la Juve ( quando si toglie la giacca in partita arrabbiato ), perché era stato ripreso in conferenza stampa di non avere carattere, di non portare la carica al gruppo, di non essere seguito. Ecco, se non ci fosse stato quel giornalista a far innervosire Allegri, adesso il tecnico toscano sarebbe ancora sulla panchina bianconera?

Allegri è pronto a concludere in grande, magari con un nuovo scudetto, mettendo un nuovo record nel suo palmares (4 scudetti di fila) sopravanzando lo scorso (3 scudetti di fila), forse aggiungendo una tra Coppa Italia o Supercoppa Italiana, con la speranza di arrivare almeno i in semifinale in Champions League, così da non lasciare il club con un risultato negativo.