Leggo qua e là notizie e commenti sulle vicende rossonere e mi viene l'impressione che non sia ben chiaro ai più quale sia l'essenza della questione. A questo punto è bene tentare una volta di più di fare chiarezza.

Innanzitutto, il problema del Milan di YongHong Li non è se YongHong Li sia in grado o meno di coprire gli aumenti di capitale concordati. Ciò riguarda gli interessi di questo signore, che sta in Cina a condurre i suoi affari con alterne fortune.

In sostanza, qualora YongHong Li non fosse in grado di onorare le scadenze concordate, sarebbe inadempiente e perderebbe quanto investito di tasca propria o per conto di altri nell'operazione, mentre il Milan passerebbe a chi lo ha ricevuto in garanzia, cioè Elliott. D'altro canto, ogni volta che Li riesce a farsi concedere un nuovo prestito, il Milan resta suo, anche se la propria esposizione debitoria si appesantisce.

Il punto della questione è che, quanto più si va avanti, appare chiaro che Li non è neanche lontanamente un Paperone in grado di sostenere gli oneri della gestione milanista. Era ed è un uomo d'affari di medio livello che non sta investendo soldi propri, ma quelli che il mercato gli concede a credito o che qualche partner a noi sconosciuto si lascia convincere a investire.

Li sta guadagnando tempo, sperando che eventuali compratori bussino alla sua porta invece che a quella di Elliott. Ma se YongHong Li guadagna tempo, il Milan vive in in limbo fatto di:

1) biglietti del derby non rimborsati per non far uscire liquidità dalle casse societarie;

2) pioggia di acquisti a fine contratto (Reina, Strinic, Ki, forse Wilshere) destinati anche a sostituire alcuni pezzi buoni che saranno ceduti per fare cassa.

Ma la situazione non cambierebbe molto se il Milan passasse a Elliott. Per questo fondo, infatti, i rossoneri non sono altro che 370 milioni (o giù di lì) da ricevere a una certa data, comprensivi di capitale e interessi attesi. E per guadagnare tale cifra Elliott deve proporre un prodotto che non presenti oneri ulteriori da sostenere. Se per alleggerire, quindi, l'esposizione debitoria della società rossonera dovesse essere necessario vendere, lo farebbe con indifferenza, anche perché la dirigenza sta già provvedendo a comprare i sostituti dei ceduti senza esborsi per il cartellino.

E' una leggenda quella secondo cui vendere vorrebbe dire depauperare il valore della rosa. I giocatori non sono assegni circolari da mettere all'incasso, come dimostra la vicenda Bacca, ma hanno un valore eventuale e tutto da definire, che diventa effettivo quando qualcuno li acquista. Un bilancio a posto invece è realtà ed è a quello che guardano gli investitori.

Si è parlato di illustri acquirenti russi, uzbechi, arabi e americani, ma voi li avete visti davvero? Quanti nomi sono stati fatti per 3 anni, prima di arrivare a YongHong Li? Non si era detto pure che dietro lo stesso Li vi era il governo della Repubblica Popolare di Cina?

Vengano pure quindi gli attesi 10 milioni di Li, tanto ci rivedremo tutti più avanti alla prossima puntata.