Scrivere un articolo in cui parlo tra le altre cose dell'allenatore della Lazio non è il modo migliore di cominciare l'anno, ma davvero non riesco a non uscire fuori tema (alla fine io scrivo di Roma) e tenermi quello che penso, anche perché Mister Inzaghi non perde occasione per tirare in ballo la Roma e così...

Il motivo del contendere è il tanto chiacchierato VAR, tecnologia che ha rivoluzionato il campionato di calcio italiano. 

Ora, nella patria della dietrologia, dei complotti e del vittimismo ricaricabile utilizzato come uno scudo per giustificare spesso prestazioni deludenti o più semplicemente per non ammettere il proprio livello rispetto all'avversario, come si incastra questa novità epocale? Invocata per anni da tutti la famosa "Moviola in campo" pare invece che non metta per niente d'accordo sulla sua utilità.

D'altronde l'Italia vive di usanze e tradizioni, e la lite sui vari episodi, sui torti arbitrali e sulle classifiche vere o presunte, sono la REGOLA del lunedi mattina e sarà dura eliminare questa abitudine, perciò come in molti campi l'appassionato medio si evolve e cosi invece di discutere sull'arbitro che non vede o che è in mala fede, ora sposta la disputa sull'arbitro che decide di non consultare la tecnologia o che sbaglia dopo aver visto le immagini.

Il tutto è davvero bizzarro, quasi come voler discutere l'utilità delle scarpe solo perchè ogni tanto a qualcuno fanno venire le vesciche. Il primo, grande, passo in avanti c'era già stato con la Goal Line Tecnology, che aveva eliminato ore e ore di discussioni sui goal non goal e in passato avrebbe probabilmente cambiato la storia di qualche campionato... 

Ma mettere in discussione una tecnologia che può aggiustare in tempo reale i grandi torti che l'errore umano può generare vuol dire essere ottusi.
Fare l'arbitro a prescindere da quello che si pensi, non è facile. Si è sempre detto "Vanno prese decisioni velocemente, senza i mille replay che si vedono in tv, ecc ecc.." ecco il VAR ha risolto questo problema. Poi non c'è dubbio che vada migliorato il protocollo, aggiustati i tempi di risposta, e sopratutto reso equo l'utilizzo, ma il VAR è uno di quei passi in avanti da cui, appunto, non si può e non si deve tornare indietro.

E qui veniamo al Mister della Lazio che nel post partita definisce "sfortunato" il VAR nei confronti dei biancocelesti, e farnetica di 7 punti che il VAR gli avrebbe tolto. Purtroppo in Italia la figura del giornalista è sempre più rara e nella maggior parte delle trasmissioni Tv, delle interviste e delle conferenze stampa, si evitano le domande scomode, o più banalmente si evita di andare in contrasto con chi parla per una serie di ragioni che poco hanno a che fare con il concetto di notizia e verità.

Oltretutto spesso nelle varie radio romane il concetto dei punti defraudati veniva già cavalcato da settimane, e ora con il supporto di Inzaghi viene rilanciato con forza. La Lazio ha 7 punti in meno e è stata penalizzata dal VAR! Avrebbe un altra classifica. 

Come si possono sostenere tesi cosi bizzarre e trovare anche gente che le condivide è uno dei misteri dell'Italia qualunquista e approssimativamente faziosa. Ma analizziamo i fatti prima di parlare di un concetto più generale che in realtà chiude definitivamente la questione.

Diamo per buono il rammarico per i 2 punti "persi" con il rigore concesso alla Fiorentina, dove c'è un rigore "tecnico" più che di gioco, ma comunque soprassediamo.

Passiamo invece a 2 dei famosi 7 punti che sono riferiti al rigore negato contro l'Inter, o meglio al rigore prima concesso e poi GIUSTAMENTE tolto dal VAR. E già li ci sarebbe da chiedersi perchè si conteggino come "punti tolti" quelli derivanti da un rigore che non doveva essere concesso. Qual'è il concetto? vincere a tutti i costi? vincere a prescindere? O lamentarsi a prescindere? 

Contro il Torino altra situazione ma stesso atteggiamento. In questo caso 3 punti vengono recriminati perché a fine primo tempo l'arbitro nega un rigore evidente alla Lazio per fallo di mano in area, e sul proseguo dell'azione espelle, su segnalazione del VAR, Immobile reo di aver tentato di colpire Burdisso.

E qui succede il finimondo. Pur essendo evidente il torto subito per quello che riguarda il rigore negato, sarebbe giusto far presente al Mister della Lazio che in entrambi gli episodi fa confusione tra un rigore concesso e il golden goal. Le partite non terminano nel momento in cui si ha un rigore a favore. Innanzitutto i rigori vanno realizzati, ma soprattutto le partite non è che finiscono nel momento in cui viene assegnato un calcio di rigore. 

Questo ci porta al concetto più generale che chiunque segue il calcio non deve mai dimenticare e che, come dicevo in precedenza, chiude definitivamente la questione. Una partita di calcio non può essere analizzata a posteriori estrapolando gli episodi e conteggiandoli in maniera asettica nel risultato. 

Mi spiego meglio. 

Se pure viene negato un rigore al 40° del primo tempo a una squadra, e poi questa squadra perde 1 a 0, non si può dire "in questa partita l'arbitro mi ha tolto 1 punto". Le partite hanno uno svolgimento consequenziale, nel senso che ogni episodio genera una conseguenza che cambia completamente il proseguo della partita. Tutto quello che succede dopo non sarebbe successo se quell'episodio fosse stato valutato differentemente. Magari il rigore non concesso, genera rabbia nella squadra che "subisce" il torto che porta a una reazione che gli fa vincere la partita. Oppure un rigore concesso e poi sbagliato ti fa perdere la partita. 

Nel calcio la componente psicologica conta tanto quanto quella tecnica. Questa è una cosa che non si può assolutamente ignorare, e chi lo fa, come appunto il Mister laziale, lo fa di proposito per gettare fumo negli occhi dei tifosi. 

La realtà è che il VAR è la salvezza del calcio moderno dove tutto è più veloce, rapido e dove gli errori pesano molto di più. Se ci sono ancora degli errori (e effettivamente ci sono) sono da imputare a chi il VAR lo utilizza, al miglioramento fisiologico che tale progetto pilota avrà nel tempo e all'adattamento degli arbitri a questa grossa novità.

Ma quello che è certo è che togliere la maggior parte degli errori da una partita di calcio, dando modo a chi decide di valutare bene ogni episodio, rende il calcio più equo e i risultati meno "discutibili".

Se l'unica reazione è un "pianto" continuo e indiscriminato, anche relativo a episodi in cui giustamente ci si è visti togliere qualcosa dal VAR, allora si dovrebbe ripensare più che l'utilizzo della moviola in campo, i valori sportivi delle persone che il calcio lo muovono.