Sarri l'ha capito benissimo che la sua squadra ancora non è matura come le grandi; nell'intervista del post partita contro il Lipsia ha rimarcato le difficoltà nel metabolizzare situazioni di svantaggio e i diversi impegni in settimana. Poco importa se questo non era il Napoli A, in un modo o nell'altro c'è da riflettere sul risultato, anzi sui risultati.

In quest'annata il Napoli si è meritato (a livello europeo) gli elogi di Guardiola, nella doppia sfida contro il City, nella quale però ha evidenziato problemi di natura difensiva non indifferenti; ha segnato, ha divertito, ma al 90' il risultato era a favore del City. Shakhtar e Feyenoord hanno confermato questa regola non scritta del calcio giocato: se giochi troppo all'attacco contro squadre più forti o del tuo stesso livello, ti esponi pericolosamente alle ripartenze. Il dribbling, la finta, l'elastico, lo scavetto, ben si adattano alla pochezza del calcio italiano, nel quale tutti si premuniscono a non subire gli assalti feroci della banda partenopea, ma in Europa le squadre non vivono della paura degli zero punti, si giocano fino all'ultimo le proprie carte.

Dopotutto forse ha ragione Allegri, il quale (per inciso) gioca una competizione europea di livello superiore: meglio cercare di non prenderle prima, capire l'avversario come gioca e dopo sfruttarne i punti deboli ed attaccare. Questo sistema entusiasma poco e niente, si sa, ma è più concreto. A riprova di questo la sfida al San Paolo tra Napoli e Juve. In questo momento il Napoli è (forse) al livello dei vari Arsenal, Dortmund, Ajax, squadre che ci piace veder giocare, ma che a livello di trofei finiscono sempre dietro a squadre più mature e preparate.

Si può anche pensare che il Napoli stia cercando di uscire dall'Europa per lo sprint finale in campionato, ma a sentire Sarri sforziamoci di credere che non sia così, altrimenti sarebbe una dichiarazione di inferiorità lampante nei confronti non solo della Juve, ma di tutto il calcio europeo. Una maturità che tarda ad arrivare per i partenopei, qualcosa che, purtroppo per De Laurentis, prescinde dal fatturato o dal calendario.