Sembra un controsenso, una pazzia, una bestemmia... soprattutto in questi giorni. Ma l’essere Juventino spesso si rivela essere un peso da portare e sopportare. Un peso che gli altri tifosi non possono lontanamente immaginare. Perché il mondo si divide in Juventini e Anti-Juventini, indipendentemente dalla loro casacca e dai loro colori. Anche in queste ore di felicità ed orgoglio per uno scudetto stravinto, sudato e, soprattutto, meritato, continuo ad essere investito da insulti, cattiverie, maldicenze. Sembra esser diventato uno sport dentro lo sport accusare e sminuire ogni cosa fatta dalla Vecchia Signora. Da quel fatidico 2006 ho dovuto subire una mortificazione quasi personale; sentirmi dare del “ladro” in continuazione con i denti serrati e con la bava alla bocca. Sentirmi dire che finalmente si era scoperto perché la Juve vinceva i campionati, che finalmente era stata fatta giustizia (si scoprirà solo dopo fatta per “quasi” tutti e “quasi” in egual misura). Ho visto la mia squadra venir demolita e retrocessa. Una squadra che era monumentale non solo in Italia ma anche in Europa, ora si trovava senza due scudetti (tra i meno messi in discussione della storia) e cacciata in serie B; con un danno di immagine ed economico mostruosi ed il tutto accompagnato da un generale soddisfatto compiacimento. Poi la rinascita, lenta e continua. Anno dopo anno, un passo dopo l’altro mandando giù parecchi bocconi amari, amarissimi. Dopo un’odissea di cinque anni finalmente il ritorno di un Agnelli come presidente carismatico, finalmente il primo scudetto dell’era Contiana, finalmente il ritorno in Europa, finalmente lo Stadium, finalmente la Juve temuta e rispettata sul campo.... ma la sessa cosa non si poteva dire al di fuori di esso. Purtroppo, nonostante il “battesimo del fuoco” del 2006 e l’ipotetico azzeramento di tutti i dubbi e i sospetti, la cattiveria e l’odio non si sono mai sopiti e, anzi, il rivedere la Juve lì davanti ha riacceso gli animi di tutti. Ed ecco ricominciare il gioco del sospetto, del complotto, del vedere dietro qualsiasi semplice errore arbitrale un progetto occulto. Il perenne gioco perverso di delegittimazione di ogni successo e ogni traguardo raggiunto. Anche adesso, dopo 5 scudetti vinti, dopo aver raggiunto la finale di Champions ed esser usciti quest’anno agli ottavi giocando alla pari con una pretendente al titolo, non si placa la macchina del fango. Il non riconoscere i meriti di una squadra che sta compiendo gesta e raggiungendo risultati memorabili e davvero mortificante. Dieci anni dopo essere sopravvissuta ad un’autentica catastrofe alla quale nessun’altra società avrebbe resistito, la Juventus ora si ritrova campione d’Italia per la quinta volta di seguito, con i conti più che in ordine, con uno stadio di proprietà, con un organico di livello europeo e, soprattutto, con una considerazione internazionale guadagnata sul campo con i risultati. Io riconosco i meriti ai nostri avversari come Napoli, Roma e Fiorentina, in grado di avere società sane (non alla ricerca di investimenti esteri per ripianare gestioni irresponsabili) e costruire squadre che esprimono bel calcio. Negli ultimi anni hanno giocato campionati straordinari ed hanno avuto la sola sfortuna di avere come avversario una Juve mostruosa. Perché la Juve, nonostante tutto, non potrà mai ricevere il riconoscimento di quello che è diventata?