Che il Milan avesse bisogno di un miracolo ormai è un dato di fatto, non a caso il licenziamento di Vincenzo Montella non fa altro che confermare che le nubi attorno Milanello erano più dense e cupe di quello che vogliono farci credere.
Gli spettri che aleggiavano attorno alle sorti del tecnico napoletano erano ormai incombenti, e l'annuncio dell'esonero secondo gli addetti ai lavori ha suscitato un leggero scalpore per la tempistica e soprattutto per l'ultima prestazione dei rossoneri in campionato al cospetto del Torino.

Analizzando nel dettaglio le dinamiche delle ultime apparizioni si evince che questo scalpore è indubbiamente insensato, andando a ritroso ci troviamo con una situazione generale a livello di prestazioni pressoché sconcertante. La mediocrità ha circondato praticamente tutti, in primis la società che non è esente da colpe, non tanto a livello sportivo, ma piuttosto a livello comunicativo, suo cavallo di battaglia nel periodo estivo. Le continue iniezioni di fiducia verso il tecnico campano non hanno fatto altro che aggiungere ansia e aspettative enormi sui giocatori, quest'ultimi al di sotto della loro forma psicofisica ideale hanno sentito una pressione insostenibile che ha causato il default. In questo senso la società poteva e doveva fare di più. Se la parte comunicativa come descritto è stata latente, la parte prettamente sportiva e tecnica è stata completamente un disastro, l'esempio più lampante deriva dal fatto che in 23 apparizioni, Montella ha sfornato la bellezza di 23 formazioni diverse!
Probabilmente un record!
Lo scorso anno il 4-3-3 è stato il modulo di riferimento, forgiando la squadra su questo telaio portandolo avanti con coraggio e parsimonia. Suso allargato sulla destra dell'attacco a tre è stata una mossa tanto intelligente quanto prolifica sotto l'aspetto tecnico per l'intera economia del gioco corale della squadra. A sinistra Deuolofeu è stato l'alterego di Suso nella seconda parte di stagione al cospetto di un disastroso Niang poi ceduto al Watford in prestito, consentendo alternative al solito gioco sulla destra. A centrocampo Locatelli coadiuvato da Kucka e Pasalic in pianta stabile nella seconda metà di stagione o lo stesso Bonaventura adattato ad esterno sinistro di centrocampo formavano un centrocampo discreto ma sufficientemente preparato per fornire le folate degli esterni d'attacco. La difesa da destra a sinistra così composta: Abate, Paletta e Romagnoli centrali e a sinistra De Sciglio successivamente alternatosi con Vangioni. 4-3-3, squadra molto modesta che sorprende tutti battendo in finale di Supercoppa Italiana la Juventus dell' ex Allegri ai rigori. 4-3-3 appunto.
Una squadra mediocre che comunque aveva una sua identità ed un'impronta di gioco. Il paradosso arriva ad agosto dopo un mercato rivoluzionario, e che finalmente vede il Milan riottenere un certo fascino e un ritrovato entusiasmo da parte della tifoseria. Il 4-3-3 con il passare del tempo viene sostituito dal 3-5-2, poi dal 3-4-1-2, poi ancora dal 3-4-2-1. In tre mesi Montella ha cambiato ben 4 moduli. 4 moduli per produrre una mole davvero deficitaria di gioco. Zero emozioni, solo tanta confusione e soprattutto l'idea di brancolare nel buio più totale a livello tecnico.

Il paradosso è che con una squadra di gregari ha fatto faville. Ha dato entusiasmo e verve nello spogliatoio. Con giocatori di livello superiore ha incontrato difficoltà evidenti nell'entrare nella testa dei giocatori.
La domanda sorge spontanea. Ma Montella è un allenatore da grande squadra? Purtroppo il verdetto al momento dice che è un allenatore da squadra di metà classifica, da provinciale.
Dispiace descrivere l'aeroplanino in questo modo, ma non pensare sia così non è reale. La squadra a mio personalissimo parere calzava a pennello con il suo abito naturale, 4-2-3-1. Calhanoglu trequartista con ai suoi lati Bonaventura a sinistra e Suso a destra ad inventare per l'unica punta che poteva essere chiunque dei tre a disposizione era più che sufficiente per amalgamare la trequarti offensiva. Bonucci ha dimostrato nel recente passato di poter giocare benissimo con la difesa a 4, e con Romagnoli al centro poteva sicuramente formare una coppia affidabile. I paradossi di Montella sono molteplici e soprattutto cambiare formazione dopo che quella precedente aveva fornito discrete prestazioni. Adesso Vincenzo è libero, e scommetto che arriverà a guidare la Nazionale azzurra prendendo le redini di Giampiero Ventura. Visto il precedente, forse è meglio pensarci un momento è riflettere con intelligenza.