Quando il rapporto instaurato è meramente di lavoro e pertanto, legittimamente in quest'ottica, asettico, privo di alcun sentimento che non sia connesso al controvalore economico, se fai parte del MILAN stai deragliando e quindi te ne devi andare, e immediatamente pure.

Lei, signor ex portiere del MILAN, è un talento naturale, prodigioso, stratosferico: un predestinato ma questo destino che sia lontano da chi non le appartiene ed al quale non ha mai appartenuto, se non per ipocrita convenienza. Trovo inevitabile e persino giusto che la sua collocazione e consacrazione avvengano in un contesto più ambizioso, sebbene resti convinto che in nessun altro luogo, altrove, troverà il medesimo "pathos" ma, già, a quanto si acquista un valore del quale si disconosce la rilevanza? 

Sia chiaro una volta per tutte: addossare responsabilità a suggeritori vari, siano essi familiari od amici, entrambi interessati pro domo loro, rappresenta un esercizio puerile ed infamante per Lei, che non necessita di ulteriori accuse alla sua immagine deteriorata. Alla sua età si è in grado di decidere, anche restando complici nel silenzio.

Nel mondo del calcio è comprensibile avere altre e più alte mire, nel mondo MILAN la dinamica da Lei adottata, densa di ipocrisia e vittimismo ridicolo, se non fosse tragico, si condanna, si respinge, si cancella come avviene con la sua immagine da parte nostra con Lei.

Un avvertimento alla Società: appurato che un procuratore così disinvolto riceve mandato proprio in virtù di dette attitudini, evidentemente apprezzate dall'interessato, con il MILAN non deve avere più rapporto alcuno, laddove la cessione del "Campione" si realizzasse per un importo inferiore ai 100 milioni di euro, l'infamia ed il ridicolo ricadrebbero anche su di NOI e, questo, non è consentito.