Il Milan, è notizia di pochi giorni fa, ha presentato il suo piano all'Uefa. Accolto secondo anche i più critici nei confronti della nuova proprietà abbastanza favorevolmente. D'altronde l'Uefa ha la stessa credibilità di Tavecchio visto che City e Psg sono praticamente squadre di Stato con una sfilza di infrazioni che ci vorrebbero mesi di lavoro per contestarle tutte.

Iniziamo dai fatti. Silvio Berlusconi ha ricevuto l'astronomica cifra di 520 milioni sull'unghia. Ci ha fatto anche un pianto su per il suo povero cuoricino rossonero. I soldi per questa operazione sono stati in gran parte ma non tutti presi a debito. Chi li ha prestati? Un potentissimo fondo speculativo: Elliott.
Qualcuno pensa che si prestino 300 cucuzzoni senza sapere a chi si stanno dando? Io lavoro in banca, le logiche sono diverse ed anche le modalità. Ma chi presta vuole sapere a chi e rivuole i soldi indietro. Che cosa bizzarra vero?
Chi siede nel Cda del Milan che è l'organo massimo di espressione di una proprietà? Sicuramente un certo Paolo Scaroni. Non certo l'ultimo arrivato. L'ex numero 1 di Eni. Qualcuno pensa che abbia bisogno del gettone di presenza che gli pagano? Se è così che si faccia vedere da un medico. Uno bravo. Poi ci sono due a noi ignoti cinesi che rappresentano Haixia e Huarong.
Questi nomi a molti diranno poco, ma la montagna di soldi che c'è sotto fa impressione. Questi sono quelli che vorrebbero diventare i proprietari del Milan. Il condizionale è d'obbligo. Le note vicende che hanno limitato le attività cinesi all'estero li hanno messi in difficoltà. Ad ottobre il congresso del Partito Comunista Cinese ha sancito un allentamento di alcuni vincoli.
Ma nessuno sa al di fuori di un ristretto numero di persone della élite della prima potenza mondiale (eh sì cari statunitensi, la Storia è questa, la Cina è ormai di fatto la prima potenza mondiale) cosa questo significhi.

C'è stata una grande purga con numerosi papaveri ieri potenti, oggi in carcere che rischiano anche la pena di morte. Una lettura un po' meno superficiale e affrettata dei fatti me la aspetterei da qualche testata giornalistica.
Il Bellinazzo di turno, ormai prezzemolino del Sole 24 Ore che blatera solo di banalità. Come mai il New York Times, un giornale di altissimo livello, si occupa delle vicende societarie di una squadra di calcio? Certo il Milan è ancora una delle squadre più blasonate al mondo ma il Nyt si è occupato di Barcellona quando Rosell ex presidente di quella squadra è finito in galera per vicende di carattere penale legate all'acquisto di Neymar?
Il calcio è cresciuto di popolarità negli Usa ma quanto può interessare ad un americano le vicende della proprietà del Milan? Vi ricordate di che nazionalità era un tale Galatioto che non è riuscito a chiudere l'operazione di acquisto del Milan? Americano. Sempre per conto di acquirenti cinesi, pare.
Forse qualcuno non se n'è accorto ma il mondo da qualche decennio è in guerra perenne condotta in diverse modalità a seconda degli scenari. Usa e Cina battagliano in campo economico e la Cina guadagna sempre più terreno. La Russia cerca di agire come guastafeste infilandosi dove può per indebolire qualunque progetto europeo e creare caos nei paesi europei finanziando partiti in Italia, Francia, Germania. Ha un esercito di hacker in servizio permanente che hanno condizionato persino le elezioni Usa o più recentemente la vicenda catalana in Spagna. Questi sono fatti.

Adesso passo alle mie opinioni. Un semplice sillogismo. Danneggiare qualunque operazione economica cinese all'estero è cosa gradita a qualunque americano di qualunque orientamento politico. Il Milan è un'operazione da oltre 700 milioni di euro. Questo è ciò che ha mosso il Nyt. Sono critico da tempi non sospetti sull'operato del duo Fassone Mirabelli a cui però devo riconoscere sempre di aver provato a fare il bene della squadra. Il contrario del geometra che Ruiu rimpiange tanto. Spero da milanista che Haixia e Huarong possano mettere le loro mani sul Milan, non perché mi stiano simpatici ma semplicemente perché hanno grande potenza economica e i loro interessi coincidono con i miei: rifare grande il Milan!