Il Milan domenica ha scoperto di avere una qualità importante: sa soffrire.

La vittoria di domenica col Cagliari a San Siro arriva dopo la partita più brutta e sofferta di quelle fin qui disputate, ed è una di quelle vittorie che tempra il carattere e l'autostima, queste vittorie servono tantissimo sono forse le vittorie più importanti perché dimostri agli avversari che anche quando giochi male puoi vincere.

Questa vittoria è arrivata con una prestazione non da Milan. La squadra aveva iniziato bene nei primi 15 minuti, sembrava la stessa partita di Crotone con un Milan straripante e totalmente padrone del campo. Poi le tante partite ravvicinate di questo inizio di stagione, il fatto che la squadra pur avendo già una buona amalgama aveva in campo 8 giocatori nuovi su 11 ha perso un po' di sicurezza e si è adagiata sul vantaggio ottenuto subito e ha dato così fiducia al Cagliari che ha cominciato a giocare e ha messo in difficoltà il Milan, fino ad arrivare nel secondo tempo all'errore di sufficienza commesso da Kessié che regala il pareggio al Cagliari.

E qui il Milan si scopre squadra vera, perché una squadra con 8/11 nuovi avrebbe potuto disunirsi ancora di più e prendere un'imbarcata, invece è qui che il Milan ricomincia a giocare e tira fuori il carattere trascinato da un giocatore della vecchia guardia, quel Suso che si dimostra sempre più pedina insostituibile in questo nuovo Milan e va a vincere la partita con un gol capolavoro dello stesso Suso su punizione da lui stesso guadagnata.

Qui si apre l'ultima parte di partita che il Milan gestisce sputando sangue e dimostrando di essere squadra unita e lottando tutti insieme mantiene il risultato e lo incrementa anche perché il gol di Kessié viene annullato ingiustamente e porta a casa un risultato fondamentale che dà autostima e morale.

Riassunto finale, il Milan sa soffrire e vincere anche quando le prestazione non arriva, e questo aspettando la prova del nove delle prossime partite è un segnale importante mandato al campionato.