Prendetevi la briga di andare sulla pagina ufficiale di Facebook dedicata al Milan. Troverete che la copertina del diario è un simpatico logo dedicato al Capodanno Cinese e che, qualche giorno fa, il poveri giocatori rossoneri sono stati esibiti come bimbi alla materna nell'atto di festeggiare il Carnevale Ambrosiano.

Ora, capisco che, per una serie di ragioni, il "pupo" Milan vada presentato come una creatura dell'estremo oriente, ma almeno si poteva chiamare YongHong Li in Cina e chiedergli come andavano i suoi affari! Good heavens!!!

Ora, diamo per scontato che, come riportato da fonti molto autorevoli, il signor Li è in bancarotta e gli ufficiali giudiziari della Repubblica Popolare Cinese gli stanno pignorando il pignorabile. Diamolo per scontato e ragioniamoci su.

Non aveva più senso minimizzare l'appartenenza della società rossonera a un signore di cui si sa poco e quel poco non mette allegria? Occorreva organizzare il Carnevale Brasiliano, la Festa dei Morti Messicana, la Corrida di Pamplona, la Sfilata dei Carri di Viareggio e per l'appunto il festino grottesco del Capodanno Cinese?

Il Milan è una società che qualcosina ha vinto nel suo passato e sarebbe bene trattarla con la serietà che si addice alla sua storia, non come un carrozzone da circo a base di gigantografie dei dirigenti alla conquista del futuro o di risibili iniziative folkloristiche.

E poi, come da tempo accade in circostanze simili, l'orchestra inizia a suonare la Ninna Nanna di Brahms. Sento di Han Li e Fassone in giro per il mondo a creare "good company" in grado di depurare magicamente il Milan dei debiti di YongHong Li, mentre autorevoli opinionisti rossoneri (che peraltro ho sempre stimato), decantano l'infallibilità estiva di Mirabelli. Sì, il DS milanista avrebbe ridato la voce ai muti e l'udito ai sordi in attesa di ridare anche la vista ai ciechi.

No, non ci siamo, non ci siamo e non ci siamo, perché a furia di carnascialate, pulcinellate e sviolinate, il Milan sta passando il momento più tristemente surreale della sua storia.

Ma in fondo va tutto bene, in quanto Han Li e Fassone sono in giro per il mondo a creare la "good company", eh!

Questo Milan non merita uno come Gattuso.