Scrive Aristotele nell’Etica Nicomachea che in medio stat virtus, ovvero che “la virtù sta nel mezzo”, motto che esprime l’ideale della misura, della moderazione, dell’equilibrio, e segnala il limite davanti al quale ci si deve fermare, soprattutto quando si è chiamati a giudicare fatti estranei ai propri personali interessi. Il caos provocato dalla vicenda Yonghong Li, riaccende il focolaio attorno al Milan, recentemente risorto dai lunghi patemi calcistici e catapultato, in un baleno, al centro delle cronache extra-calcistiche, come accade ormai da mesi.

A seguito dell’articolo pubblicato dal Corriere della sera a firma Milena Gabanelli e Mario Gervini, incentrato sul patrimonio personale dell’imprenditore cinese, sono piovuti giudizi e critiche, provenienti dai più disparati campi del sapere -e del non sapere soprattutto- umano, dimostrando di come si mal adopera la bilancia quando si parla di Milan, dissipando così la “virtù” di cui ci parla Aristotele. E’ curioso constatare che nessuno degli addetti ai lavori -sportivo o no- abbia indagato le reali intenzioni che hanno portato il quotidiano più diffuso in Italia a pubblicare, a quindici giorni dalle elezioni e in piena campagna elettorale, un articolo vecchio nei contenuti e spiattellato come notizia di copertina, firmato, tra l’altro, dalla nemica pubblica numero uno dell’ex presidente. Così viene facile pensare al giochetto di usare il Milan per attaccare implicitamente il suo ex presidente, o diviene semplice almeno pensarlo, ma nessuno, stranamente, lo fa.

Da mesi si mette in discussione la credibilità, e la solvibilità, di mr. Li ma tutti i soggetti che hanno intrapreso trattative con il nuovo proprietario del Milan, non hanno -almeno per ora- avuto nulla di cui lamentarsi: a cominciare dal Porto per la cessione di Andrè Silva, passando per l’Atalanta per Conti e Kessiè, dalla Lazio, dalla Fiorentina, via via fino alla Juventus, che vendendo Bonucci ha accidentalmente trasformato uno dei pilastri della sua difesa, in nuovo capitano e uomo immagine della rivale storica. Il nuovo presidente del Milan ha presentato le dovute credenziali, verificate ed accettate dalla FIGC, superando tutti i controlli previsti per legge, ottenedo un prestito di più di 300 milioni di euro da un fondo internazionale e credibile come Elliott. Persino il diniego netto da parte della UEFA per il Voluntary agreement presentato a Dicembre da Fassone, ha destato parere contrastante tra gli esperti, tanto da far ricadere la colpa del mancato accordo proprio sulle voci che sin dall’inizio hanno puntato a screditare i nuovi proprietari del club rossonero[1].

“Nel mezzo sta la virtù”, mentre quando si parla di Milan le notizie oscillano vertiginosamente da una parte o dall’altra, senza misura, senza equilibrio e senza limite: “Gattuso come Inzaghi” /“Gattuso nuovo Ancelotti (o Mourinho)”; “il cinese non ha un soldo”/“il Milan sbanca il mercato”; “i nuovi giocatori sono stati strapagati” /“il vaore della rosa è aumentato di 150 milioni”; “La Juventus prende Donnarumma (o Romagnoli, o Bonaventura)” /“Il Milan compra Bonucci (e poi Marchisio?)”; “Il Milan non ha giocatori all’altezza”/ “Real Madrid, Barcellona, Psg, Manchester City,Juventus a caccia dei giocatori del Milan” e così via, in un caos informativo e mediatico che farebbe perdere la mitezza anche ad Aristotele, ma che mantiene calmo e impassibile il presidente Li, mentre spiega le sue ragioni, seduto nel salone di casa sua, festeggiando il Capodanno in famiglia, in giacca bianca e maglia opaca, placidamente in equlibrio tra l’indignazione e l’imperturbabilità.

Il presidente del Milan, dopo il nuovo duro attacco ricevuto a mezzo stampa, ha nuovamente replicato, e questa volta lo ha fatto attraverso un video postato sul sito del club e sul profilo Twitter della società, augurando Buon Anno (cinese) a tutti e augurandosi che in un momento tanto delicato per la squadra di Gattuso si parli soprattutto di campo e di questioni calcistiche, sottolineando, in vari passaggi, il danno arrecato “al club, alle mie società e alla mia famiglia”, dalle accuse infamanti che lo hanno interessato nei mesi successivi all’acquisizione del Milan. Per questo motivo, molti tifosi si augurano che sia fatta giustizia, in un verso o nell’altro, perchè la giustizia, come ci insegna Aristotele, è la “virtù perfetta”, quella che spazza via i giudizi di chi non misura la propria ironia e la propria vanità, risultando alla fine subdolo ed ipocrita.

Che mr. Li sia credibile o meno lo diranno i fatti e il suo patrimonio personale sarà forse oggetto di indagini che poco hanno a che vedere con il calcio; che il Milan di mr. Gattuso sia credibile o meno lo dimostrano i fatti, i punti recuperati nel 2018 sull’Inter (9), sulla Lazio (7), su Roma e Sampdoria (6), nonostante la sconfitta di Verona, il pareggio-beffa col Benevento e l’occasione sprecata al “Friuli”, altrimenti, forse, si parlerebbe di altro. Sulla bilancia della “virtù” pendono da un lato, le “voci irresponsabili” che danneggiano l’immagine della società e del suo gruppo dirigenziale, dall’altra, la responsabilità di chi ha dato lustro all’immagine di questo club e lo ha fatto da giocatore, con le vittorie e con le sconfitte, però sempre con il sudore, la fatica, stringendo i denti (ieri e oggi) e caricandosi il Milan sulle spalle, da vero Capitano. “Comunque vada, sarà un successo” (cit. ‘er Piotta’): dal punto di vista sportivo se Gattuso riuscirà a garantire alla squadra, fino alla fine del campionato, lo stesso rendimento delle ultime dieci partite; dal punto di vista societario potrebbe essere considerato un successo anche l’eventuale acquisizione del club da parte del fondo Elliott, che garantirebbe comunque la cessione ad acquirenti facoltosi ed interessati a rilanciare quello che rimane pur sempre il “club più titolato al mondo”, caos variabile permettendo.

 

[1] A questo proposito invito a leggere l’articolo postato su http://www.goal.com/it/notizie/voluntary-agreement-uefa-dura-col-milan-colpa-della/1nowjnuf8zqn61q5srbu5czz9b, che riporta un intervento delprofessore Umberto Lago, ex presidente e vicepresidente della Camera investigativa del Club Financial Control Body.