Chiunque l'ha visto solcare il campo da gioco ne è rimasto impressionato, e non potrà mai dimenticarlo; uno dei talenti più cristallini della storia, dotato di tutti quei requisiti necessari per vincere quel pallone d'oro, apice assoluto per un calciatore, che chiunque sogna di raggiungere: stiamo parlando del fenomeno per eccellenza, Ronaldo Luís Nazário de Lima, oppure conosciuto più semplicemente come Ronaldo. 

Un attaccante straordinario, capace di far saltare gli schemi a qualunque allenatore con la propria classe sopraffina, mista ad una velocità fulminea, nel prendere il tempo al diretto avversario o affrontarlo in un uno contro uno senza scampo per quest'ultimo, da vero killer d'area di rigore: 247 reti segnate in totale, che a confronto degli odierni scores di Messi e CR7 non sono nemmeno tantissime, ma considerando ciò che ha vinto il fenomeno anche con la propria nazionale, il paragone lascia il tempo che trova.

Ma Ronaldo era anche molto altro, oltre ad essere il crack delle squadre di club in cui ha militato, soprattutto con la maglia verdeoro, con la quale vinse due mondiali (Usa 1994 e Corea 2002), sfiorando addirittura il terzo contro la Francia di Zidane, in quella finale in cui non avrebbe nemmeno dovuto esserci, per una crisi avvenuta il giorno prima. 

Oggi  a 41 anni suonati, anche se con qualche chiletto in più, il fenomeno conserva il proprio fascino di ex stella del pallone, ed è stato anche invitato dal suo vecchio caro presidente Massimo Moratti, a partecipare alla cerimonia per l'anniversario dei 110 anni di storia interista, nella quale ha ribadito di essere profondamente nerazzurro nel cuore, nonostante abbia giocato anche nella rivale rossonera, motivazione per la quale è stato notevolmente criticato, facendosi perdonare tirando in ballo quella vecchia vicenda, con proprio lui protagonista, in quel match contro la Juventus, che a detta dell'ex attaccante verdeoro sarebbe dovuto finire diversamente.

Anche la EA Sports, celebre sviluppatrice del videogioco Fifa 18, lo ha incoronato come uno dei campioni più grandi di sempre, concedendogli una serie speciale di cards icons, nelle quali Ronaldo detiene caratteristiche spettacolari, che gli permettono di padroneggiare un overall di 96 punti, calcolato dalla media di velocità, dribbling, tiro, fisico, difesa e passaggio: un vero e proprio "mostro" per così dire, in grado di cambiare l'esito di una partita da solo.

Ma quest'ultima non si è limitata a piazzare il fenomeno tra le cosìdette leggende, così nell'iniziativa che ha visto coinvolti anche altri calciatori, come Pelé, Lewandowski e Vidal, ha permesso al talento di Rio De Janeiro di creare una propria rosa, scegliendo liberamente un 11 da schierare, più una panchina di 7 elementi: curiosi di conoscere la rosa del fenomeno? Eccola qui in basso:

Modulo (4-3-3)

Keylor Navas tra i pali (POR)

Rafael Varane e Javier Mascherano (DC)

Marcelo e Sergi Roberto (TS-TD)

Casemiro e Rafinha (CC)

Ronaldinho(COC)

Cristiano Ronaldo e Lionel Messi (AS-AD)

LUIZ NAZARIO RONALDO (ATT)

In panchina:

Ter Stegen, Miranda, Carvajal, Brozovic, Perisic, Lozano e Icardi.

Spiccano senza ombra di dubbio i connazionali, ben 5, ma sorprende anche il numero dei giocatori dalla maglia nerazzurra, in pari a quello dei verdeoro, a dimostrazione della fede e dell'ammirazione del fenomeno per la squadra in cui ha militato dal 1997 al 2002, e con la quale ha realizzato 49 reti in 68 presenze, con una media di quasi un goal a partita, a testimonianza del segno indelebile lasciato da questo straordinario campione nelle menti, e nei cuori dei tifosi nerazzurri.