Sono parole di fuoco quelle pronunciate dal procuratore Raiola.
Ovviamente ognuno cerca di buttare acqua al proprio mulino, di avere sempre il vento migliore, non troppo forte e neanche eccessivamente debole. Non sempre quello che dice Raiola è condivisibile, ma nel discorso a difesa del suo giocatore, Balottelli, che da diverse settimane si sta cercando con determinate e specifiche operazioni mediatiche di riavvicinare sia all'Italia che alla Nazionale, rischierà di essere l'ennesimo colpo sulla croce rossa. Perché questa Nazionale se proprio non "fa schifo" come ha detto Raiola, sicuramente non entusiasma più.

Zero progettualità, zero tutto. Eppure da qualche parte si dovrebbe ripartire, ogni passo non sarà mai quello giusto. Doveva arrivare l'apocalisse e non è arrivato un bel niente, come se non fosse accaduto niente.

Raiola dice: "Questa Nazionale fa schifo. E non mi si venga a parlare di questioni di spogliatoio: la punta è l’unico giocatore a cui basta fare i gol e se poi lo spogliatoio non lo vuole, che lo dicano. Facciano nomi e cognomi, comanda lo spogliatoio o il c.t.? Noi rispettiamo il tecnico, il problema non è lui, ma il sistema calcio. Abbiamo una Federazione che lavora senza un programma, un’idea per il futuro. La Nazionale dovrebbe essere rappresentata dai migliori e se i migliori non ci vanno, davvero non capiamo i criteri. Il problema, lo ripeto, non è Di Biagio, ma quello che vuole fare la Nazionale. Nelle altre nazioni quando gioca la Nazionale è una festa, da noi invece è una motivo di lotta. Non c’è un programma, un’identità, noi cambiamo solo c.t.”.

Ha messo insieme tanti elementi che affonderanno, forse definitivamente, una Nazionale già in profonda emergenza e difficoltà. Ci vorranno anni ed anni per ritornare ad amare la Nazionale, per riavvicinare il pubblico alla Nazionale. Una Nazionale senza identità e senza programma.
Ha ragione Raiola.
Si riparte con la vecchia ossatura, con i vecchi saggi o non saggi. Siamo insomma sempre alle solite e comunque non si è ancora capito che la soluzione non potrà essere solo l'allenatore. Potrà arrivare anche l'allenatore numero uno al mondo, ma se a livello dirigenziale non avviene un cambiamento radicale, se non si spazza via tutto ciò che ha portato questa nazionale al fallimento, non si vede come si possa ricominciare. O meglio far partire un nuovo progetto.

Per dignità, ad esempio, chi ne è stato l'artefice anche sul campo della disfatta contro la Svezia dovrebbe rinunciare alla Nazionale, ha già dato il suo contributo, facendoci uscire dal Mondiale.
Puoi chiamarti come vuoi, ma arrivati ad un certo punto, se sei parte del fallimento, devi farti da parte.