Ero un bambino all'inizio del 1970, avevo 4 anni e la gente non parlava di calcio come adesso, c'erano altri problemi, scioperi, attentati, le Brigate Rosse, Vallanzasca, insomma, il popolo aveva altro di cui preoccuparsi. Il calcio era una cultura: l'immagine domenicale era gli uomini con la radiolina, a braccetto con la moglie e prole. Mi ricordo che chi non aveva la radiolina chiedeva notizie a chi ce l'aveva, con grande stizza delle proprie donne che vedevano la loro domenica ridotta ad una passeggiata silenziosa con il proprio "uomo". Mi divertiva vedere tutti questi uomini, durante la settimana professionisti irreprensibili, ma la domenica animali agitati. Mi chiedevo cosa agitasse tali uomini: compresi che era il CALCIO. Circa 15 anni dopo, leggendo il libro di Erich Fromm "L'arte di amare", capì cos'era quella forza che faceva gioire o piangere quegli uomini: era AMORE allo stadio più puro, era CONDIVISIONE, era RIMPIANTO, SPERANZA, insomma, un turbinio di sentimenti, difficilmente rivelabili in altri contesti, al di là dell'amore stesso. La cosa che però mi sembrò strana fu che, non importa quante volte la tua squadra ti tradisce, tu l'ami come il primo giorno e le perdoni tutto, come se niente fosse successo, una sorta di rapporto uomo-cane dove l'uomo è la squadra ed il cane è l'uomo che la riconosce capo-branco. La fede (ovviamente cieca) rende l'uomo un bambino e le prorpie azioni stupide e ridicole; tutto ciò è corroborato dai giocatori stessi, personaggi il più delle volte ignoranti nel vero senso della parola ma dotati dalle masse di onnipotenza, una miscela micidiale. Perché scrivo tutto questo? Lo scrivo perché in questi giorni si è discusso di ciò che ha fatto Strootman: si può essere tifosi o no ma i dirigenti stessi dovrebbero punirlo, per dare un buon esempio, altro che lamentarsi. Lui ha fatto il suo lavoro, un gol ed una idiozia (è un'idiota, cosa può fare?) ma tutto l'universo sportivo dovrebbe mobilitarsi e cercare davvero di smettere di fare queste stupidaggini ed impedire a questi elementi di esistere al di là del pallone (dicasi lo stesso per Lulic). Il calcio agli intelligenti.