La ricerca spasmodica della famigerata anti Juve italiana, sia sul piano del calcio giocato che su quello economico finanziario, affanna da anni gli antijuventini di ogni risma. Giornalisti, tifosi, commentatori che fanno parte della massa indistinta dei non juventini, sono impegnati quotidianamente a gettare fango sulle attività della FC Juventus e, al contempo, ad esaltare ogni piccola operazione di rivalsa dei c.d. competitor italiani dei bianconeri, alterando completamente la realtà dei fatti e scrivendo delle boutade sesquipedali. Pur non negando un filo di improntitudine della nostra dirigenza allorché questa estate non ha per tempo colmato il buco a centrocampo venutosi a creare dopo la partenza di Pogba, ultimo tassello di una mediana straordinaria, mi sembra veramente esagerato descrivere il mercato della Juve come se fosse stato gestito da un Mancini qualunque o da fantomatici cinesi di cui ancora si sa ben poco. Probabilmente i nostri – complice la fissazione per i piedi buoni, anche se poco reattivi, del nostro allenatore – si aspettavano un rendimento diverso da Lemina, Asamoha e soprattutto Pjanic. Che il centrocampo fosse il reparto non all’altezza degli altri due di assoluto livello internazionale, era chiaro a tutti. Speriamo che questo errore di valutazione non comprometta il cammino europeo, anche perché difficilmente si potrà tamponare a gennaio. L’idea di una mediana più muscolare, con l’inserimento di Rincon, in modo da poter scatenare i mostri dell’attacco tutti insieme, mi sembra l’unica strada percorribile. Innanzitutto le squadre si fanno a giugno. Gennaio, notoriamente, è il mese delle riparazioni. Inversioni di rotta di squadre mediocri che non hanno programmato per tempo o che si trovano in condizioni di classifica preoccupanti nonostante gli investimenti estivi. L'Inter, ad esempio, ha sciupato, come suo solito, fior di milioni per acquistare giocatori sovrastimati sia economicamente che tecnicamente come nel caso del portoghese Joao Mario. Senza voler andare indietro nel tempo, quando, lo scorso anno, qualche allucinato spacciava Kondogbia per il nuovo Pogba, è davanti agli occhi di tutti la fine impietosa del flop spettacolare di Gabriel Barbosa, chiamato con eufemistica soprannominata Gabigoal. Goal de ché??? Cionondimeno, è sufficiente che i nostri prescritti di fiducia riescano ad acquistare un giovane italiano di buone prospettive (giocatore ancora tutto da scoprire e da valutare in un ambiente di prima fascia), sempre a prezzi di mercato esagerati, per scatenare una ridda di elogi e incensamenti sproporzionati, al limite del ridicolo. Dimenticando d’emblée tutto il pregresso tragicomico che da anni (direi da sempre) fa da sfondo alle barzellettiere vicende della seconda squadra di Milano. Per non parlare poi del grande mercato del Milan. Dopo che la dirigenza, per anni, ha letteralmente preso per i fondelli i propri tifosi (ricordate quando in pompa magna annunciavano urbi et orbi che non avrebbero mai venduto Ibra e Thiago, per poi cederli il giorno successivo ai francesi??), per non parlare, anche in questo caso, di acquisti dispendiosi, elargendo stipendi fuori mercato, rivelatisi dei fallimenti storici (L. Adriano, Bertolacci), ora, invece, grazie al futuro portiere più forte del mondo (ovviamente anche questa una post verità tutta da dimostrare) – fatto esordire peraltro da uno dei tanti allenatori cestinati dopo l’ennesima stagione disastrosa – si vaneggia di una grande dirigenza capace di comprare i migliori giovani d’Italia senza colpo ferire. Bacca, 30 milioni e 30 anni, non segna da ottobre 2016. La Juve, invece, perde Witsel per un rilancio monstre della Cina pallonara, e subito si vaticinano scenari oscuri e inquietanti. Pazzesco. A mio modesto parere, un giocatore che ha fondato la propria carriera sul portafoglio, “fottendosene” altamente di affermarsi nel calcio che conta, non è un giocatore da Juve. Pertanto sono alquanto contento che il belga non sia arrivato Torino. Gli unici che continuano a fare un mercato equilibrato e redditizio, ad onor del vero sono i napolicchi. Ma non hanno molta stampa, perciò nessuno lo nota. Pavoletti è una buona alternativa a Milik, e hanno preso dei giovani veramente di qualità come Diawarà e Zielinski. Tornando alla questio: in che termini si manifesterebbe questa presunta, strepitosa vittoria sul mercato dei cartoncinati (sono le uniche a cui possono ambire ormai, ma prendono bastonate da sempre anche su quel fronte)? Perché presumibilmente avrebbero superato la Juve nella corsa al centrocampista dell'Atalanta? Ma signori mie, giornalai da strapazzo, pensate veramente che qualora Marotta avesse puntato con decisione su Gagliardini, stante i rapporti decennali che la Juve intrattiene con l'Atalanta (i nomi di giocatori provenienti da quel vivaio e approdati a Torino si sprecano, a cominciare dall'ultimo, ossia Caldara) non avrebbe portato a casa, in scioltezza, il risultato? Evidentemente il rapporto qualità/prezzo non era conveniente. L'unico grande errore marchiano compiuto da Marotta e Paratici nell’ambito del caciomercato dei giovani, ahinoi, è stato Marco Verratti. In quell' occasione lo sforzo andava compiuto senza remore. Mi risulta, tuttavia, che all'epoca il morituri scagnozzo del belusca si mise in mezzo, e chiese al fido Ancelotti di intervenire sfruttando la forza economica degli sceicchi. Comunque, a parte le ciance, l'operato dei nostri dirigenti, non privo in certi casi di momenti meno brillanti, soprattutto riguardo alla gestione del mercato dei giovani talenti è inopinabilmente ineccepibile, sia sotto il profilo della stima del valore tecnico che dal punto di vista della valutazione economica. Al di là di ciò che si scrive e si dice, è davanti agli occhi di tutti che la maggior parte dei più forti profili italiani di sicuro avvenire in circolazione li gestiamo e li abbiamo gestiti noi. E quando non si rivelano all'altezza della Juve, solitamente guadagniamo delle ottime plusvalenze (vd. Immobile e Zaza). Questo modus operandi, peraltro, non è il frutto semplicemente del fantomatico fatturato da oltre 350 ml, ma ha da sempre caratterizzato la gestione della nostra società, anche quando le cose non andavano bene e di soldi ce n'erano pochi. Fin dai tempi di Moggi e Giraudo, non abbiamo mai avuto bisogno di mecenati spendaccioni, italiani o cinesi, per fare impresa nel calcio. Questo modo di gestire la juventus è alla base della nostra indiscussa supremazia tecnica e imprenditoriale. Basti un nome su tutti: Paul Pogba, la più alta plusvalenza della storia. Non mi sembra che l'abbiano fatta Ausilio o Galliani...o nell'epoca delle post verità, mi sono perso qualcosa?