Recenti voci danno il 60% delle azioni rossonere in partenza verso la Cina. Sono condizioni contrattuali che rispondono a un minimo di logica economica e quindi sono credibili. Non posso sapere come si comporterebbero gli eventuali acquirenti, se l'affare andasse in porto, ma non so quanto potrebbero fare peggio (anche in termini di classe e stile) rispetto a quanto sta facendo questa proprietà da qualche anno. Vedremo se ci sarà una svolta o se ci ritroveremo col solito comunicato che rassicura i tifosi sulla permanenza dell'attuale proprietà. Confesso che non mi sentirei rassicurato affatto, anzi per me sarebbe un fiero colpo dal quale farei fatica a riprendermi. In fondo, se sto rimpiangendo Giussy Farina, che stava portando il Milan alla bancarotta, ci sarà un porco motivo, no? Certo che si tratterebbe di una bella riduzione di prezzo, perché si passerebbe da una quotazione globale di 1 miliardo a una di 500 mln (la metà). Forse il Presidente Silvio Berlusconi si è reso conto che non deve essere così facile portare a casa 200 mln all'anno con ristoranti e scuole calcio, come prometteva Bee. Forse Berlusconi si è reso finalmente conto che i soldi si "possono" fare col merchandising, ma poi si "devono" fare e non è detto che ci si riesca. E magari si è anche reso conto che, continuando a gestire il Milan così, le quotazioni della società rischierebbero di scendere a 300-250 mln o ancora più in basso (del resto, come diceva Humphrey Bogart, le cose non vanno mai così male da non poter peggiorare). Vedremo che ci riserverà il futuro, ma intanto penso a Vin Diesel, quando nel film "Riddick" dice che esistono solo "giorni no" e "giorni no che passano alla storia". Come milanista, sto passando un po' troppi giorni di questa seconda categoria.