Il sogno nel cassetto di tantissimi bambini è quello di poter diventare calciatori. Purtroppo, però, la percentuale di buona riuscita è inferiore rispetto a quella dei fallimenti e cosi, ad un certo punto, ci si ritrova a dover far fronte alla realtà è a specializzarsi in qualcosa di più "normale".

Capita poi, invece, che nella stessa famiglia si sia in due a coltivare il sogno si sfondare nel mondo del calcio e a volte lo si realizza: e cosi abbiamo avuto modo di vedere (tutt'ora) coppie di fratelli a combattersi una maglia da titolare o a contendersi la vittoria.

Come dimenticare infatti i fratelli Filippini, Ciofani, Boateng, Donnarumma ecc..

In tutte queste coppie, pero, spesso capita che solo uno faccia la storia e che l'altro debba accontentarsi di essere il fratello di..

La coppia su cui voglio concentrarmi ora, parla di due ragazzi che prima si sono sfidati in campo,ricoprendo addirittura lo stesso ruolo, è adesso si sfidano in panchina: Simone e Filippo(Pippo) Inzaghi.

Iniziando dalla loro carriera di calciatori, i due giocatori ebbero sempre strade diverse, non arrivando mai a giocare insieme a livelli più alti. Il più piccolo, Simone, ha avuto una carriera più "pellegrina", girando diverse squadre e senza mai trovare la sua vera consacrazione.

Le stagioni più felici( nonché le ultime) le passò alla Lazio, dove riuscì a diventare il miglior marcatore biancoceleste nelle competizioni europee ( 20 reti per lui ).

Non fu mai un killer dell'area di rigore ma sin da subito, a detta di molti, si faece notare per la sua saggezza tattica e per il suo carisma. Nella stagione 2009/10 , infatti, dopo la vittoria con i biancocelesti della supercoppa italiana, decise di appendere gli scarpini al chiodo, cercando di affermarsi come allenatore. La sua nuova carriera iniziò con le giovanili proprio della Lazio  fino ad arrivare alla guida della prima squadra, con la quale ad oggi sta facendo un ottimo lavoro.

Simone ( lo chiameremo per nome per non fare confusione ) è riuscito sin dalla prima partita a mettere in luce tutto quello che gli si riconosceva da sempre: grandi conoscenze tecnico - tattiche e grande capacita nel trasmettere ai propri giocatori tutte le sue idee. Nonostante la giovane età, infatti, la sua Lazio  ha da subito dimostrato grande grinta e spirito di sacrificio, non trascurando il bel gioco e la voglia di fare sempre la partita. Dopo il primo anno, il nome del più famoso Bielsa sembrava insidiare la posizione di Simone, sempre più accostato alla Salernitana ( altra squadra del focoso Lotito ) . Alla fine, per gli episodi che sappiamo tutti , l argentino non arrivò e a Simone venne lasciata la guida della squadra. Occasione sfruttata alla grande, con una Lazio in grado di imporsi come terza/quarta forza del nostro campionato.

In questa stagione, il mister si è portato a casa la supercoppa italiana disputata contro la favorita Juventus, regalando l ennesima gioia a società e tifosi.

Da non trascurare l' abilita di Simone nel far esordire e far fare bella figura in prima squadra a diversi giovani, tra i quali Murgia e Lombardi ad esempio.

Altro caso ottimamente gestito dall'allenatore quello relativo all'ormai ex Keita Balde. L'anno scorso sembrava in rottura ma, grazie all'intermediazione dell'allenatore , restò e si rivelò una pedina fondamentale per la Lazio.

Quest'anno, con tutte le polemiche prima della finale di supercoppa, il mister ha isolato il resto della squadra da tutte le.discussioni relative al giocatore, portandosi a casa il trofeo.

Per quanto riguarda il forse più famoso fratello, Pippo, è sicuramente superfluo stare a spiegare chi era da calciatore.

Un bomber assoluto che ha trovato nella Juve prima, è nel Milan poi, la sua consacrazione. Soprattutto con i rossoneri è riuscito a vincere tutto il possibile: Champions, Campionati, Supercoppe italiane e intercontinentali, riuscendo a diventare uno dei pochi giocatori a segnare in tutte le competizioni per club.

Anche con la nazionale italiana fu spesso protagonista.

Alla fine della sua carriera, quando con immenso dolore e rassegnazione dovette posare gli scarpini, il mister piacentino restò molto legato alla squadra Milanese iniziando, come il fratello, ad insegnare calcio alle giovanili.

Nel 2013 la grande occasione: prendere per mano la prima squadra, cercando di riportare quell'entusiasmo che a San Siro si era ormai perso. Pippo, anche per le sue attitudini, cerco di imporre un calcio offensivo ma le cose non andarono benissimo. Dopo due anni , infatti, l esonero del mister porto grande amarezza nella sua vita.

A sua discolpa bisogna ricordare il periodo buio che attraversava il Milan, assente di una società forte e senza veri top player.

Filippo, dopo circa un anno sabbatico, fece una scelta che stupì in molti: rimettersi in gioco mettendosi alla guida di una società di Serie C, il Venezia(di cui è l attuale mister)

Qui ha trovato subito il modo di esprimersi e al primo colpo, ottenne la promozione in B.

​​​​​​Ora vedremo come saprà districarsi, in un campionato pieno di ottime squadre e giocatori.

Dopo queste analisi, la conclusione potrebbe esser questa: da giocatori, il confronto mi sembra quasi inutile farlo. Troppo divario tra Pippo e Simone, con il primo a rimanere negli albi per aver vinto tutto da protagonista.

Sul campo manageriale la situazione sembrerebbe inversa: in Simone, infatti, mi sembra di notare una maggiore preparazione e abilita nel mestiere, che lo hanno portato a non sfigurare ( tutt'altro) nella massima serie italiana.

Il distacco non è cosi ampio come nella "vita giocata" ma il punto va sicuramente al piccolo di casa Inzaghi.

Un paradosso, potremmo dire, con il fratello famoso che forse, ha tanto da imparare da quello più "riservato".