La famiglia Della Valle dopo Prandelli non vuole più uomini di carisma, di esperienza. Vuole solo giovani allenatori da lanciare, che non abbiano troppe pretese in fase di mercato e che non rompano troppo le scatole. È con questo criterio che viene scelto Mihajlovic, sergente di ferro, che nel giro di qualche mese non riesce ad ottenere l’amore del pubblico a causa di un gioco piuttosto deludente (e dell’infortunio di Jovetic). Viene poi scelto Montella, stessa identica idea. La differenza sta nel fatto che Vincenzo ha ancora meno esperienza e un sacco di idee affascinanti. Si ritrova una buona rosa, col suo “appeal” riescono ad arrivare fior di giocatori. Facciamo due anni meravigliosi, poi all’inizio del terzo anno il buon Montella si rompe le palline e chiede una squadra migliore, per fare un salto di qualità. Dalla dirigenza strabuzzano gli occhi di fuori: “come scusa, ti abbiamo comprato Rossi, Gomez, Cuadrado… Ne vuoi ancora? Non esiste proprio”… Montella inizia i suoi giochini di potere inserendo Brillante titolare alla prima di campionato. Otterrà Badelj. I giochini continuano e a gennaio lui continua a chiedere l’inverosimile. Arriva clamorosamente Salah che sceglie noi e non la Roma. Capiremo poi che era un gioco del suo abile procuratore atto solo a farlo giocare titolare fisso 5 mesi per poi lanciarlo verso Roma con tutto un altro “pedigree”. A giugno 2015 Montella ricomincia a chiedere di nuovo 5-6 calciatori di spessore. La famiglia Della Valle non sa come liberarsene. Di dimissioni non se ne parla neppure, le richieste sono francamente fuori logica e si cerca un sistema per “fottere” il signor Montella. La strategia è quella di confermarlo a prescindere. Tutti sanno che non vuol rimanere e che il Milan lo prenderebbe al volo, ma che c’è un contratto. La voglia è di “metterlo all’angolo” e costringerlo così alle dimissioni. L’ “aeroplanino” si stufa e perde un po’ il controllo dopo settimane di tira e molla mediatico. Va in Madagascar e si rende irreperibile proprio nei giorni in cui la proprietà vuole gettare le basi per la stagione successiva. La mossa ha successo, il fido Rogg ha il dovere di esonerarlo con una mail, ed esegue. Montella sa già che durerà poco perché prende un ingaggio irreale e la proprietà non ha alcuna voglia di buttare via denaro. Ma Diego si arrabbia e lo tiene in castigo fino a settembre. I giochini di Montella non riescono fino in fondo e il “treno – Milan” viene perso. A novembre, per puro miracolo, troverà un gentelmen agreement e si libererà per andare alla Sampdoria fino a trascinarla quasi in zona retrocessione. La carriera di Vincenzo, che sembrava già destinata ai migliori top-club, rallenta notevolmente. Si riparte. Si vira su uno ancora meno conosciuto di lui. Paulo Sousa ha esperienza europea, ma Basilea a parte, i club che ha allenato sono di basso livello. In società pensano: “cazzo, gli diamo un’opportunità come la Fiorentina, almeno questo terrà la testa bassa per un po’”. E invece nisba. Prima o poi arriva il giorno in cui ne trovi uno più cattivo di te. Sempre. Pronti-via gli cedono Savic e il nuovo mister va subito in sede (dopo 3 giorni) a esternare la sua “gioia”. Gli vengono allora fatte promesse importanti in vista del mercato estivo. Promesse che in dirigenza tutti sanno che non verranno mai mantenute, visto che il budget stipendi va ridotto del 30%. A inizio settembre la squadra è gravemente incompleta (soprattutto in difesa) ma inanella una serie di risultati eccezionali, misti ad un gioco simile a quello di Montella ma che sembra molto più efficace. Sousa modella un gruppo con sapienza e tutto gira alla perfezione fino a Fiorentina-Empoli. Il primo tempo si chiuderà 0-2, l’allenatore sbotta. Nella ripresa inserisce il suo scudiero Kalinic che fa doppietta e si chiude in parità. Da quel momento le “alternative” saranno tutte bocciate e non avranno altri appelli. La gestione del gruppo si incrina. Probabilmente l’allenatore si aspetta dei rinforzi a gennaio e crede di potersi permettere l’accantonamento di alcuni. Molto più probabilmente sta invece preparando il campo per distruggere il “giochino”, farsi mandare via a fine stagione e continuare la sua lunga scalata verso club di maggior prestigio. A gennaio arrivano due buoni rimpiazzi (Tello e Zarate) assieme a tre individui non deambulanti. Sousa implode. Si sente preso in giro anche se l’antifona era ben chiara da mesi. Molla completamente la presa e fa come Montella, con dichiarazioni molto furbe scarica tutte le colpe verso la società rea di averlo lasciato solo (cosa vera). Ovviamente così dicendo sa già di trascinare con sé il 90% dell’opinione pubblica e il suo alone di “santità” aumenta. In questo preciso momento sa che può fare quel che vuole ed in pratica smette di preparare la squadra come deve. Si susseguono partite povere di gioco e di risultati. Del resto, se continua a lottare e magari per caso pure a vincere, come potrà scappare a fine stagione? Lui più di un anno non rimane quasi mai e quando rimane poi si dimette a metà stagione. La reazione della proprietà è la solita: provare a metterlo nel solito angolo, come è stato fatto giusto pochi mesi fa con Montella. Una reazione che si aspettava il 100% dei tifosi viola e che – sono sicuro – si aspettava pure Sousa. Tutti i dirigenti ribadiscono che il prossimo anno Sousa è stra-confermato in panchina, ma oramai i tifosi non ne sono più così innamorati, il gruppo non lo vede più di buon occhio, la fiducia globale è scesa moltissimo e la riconferma non farebbe felice neanche il mio gatto. Alla fin fine forse neanche la proprietà è poi tanto arrabbiata. Scaricare tutta la colpa sull’allenatore di turno e ripartire da capo non è una prospettiva che spiace e certamente neppure una novità. Chissà che avrà in mente ora il nostro Sousa. Una nuova “Caporetto” per farsi serenamente esonerare (se non ora a fine stagione), oppure un briciolo di voglia gli sarà rimasta e proverà a fare il suo lavoro, tristemente interrotto da gennaio? Chi vivrà, vedrà. Una cosa sola è sicura: a tutta questa gente della Fiorentina non interessa nulla. [Tratto dalla mia rubrica "Chianti in Viola", settimanalmente pubblicata da "Il Gazzettino del Chianti"] Link: http://www.gazzettinodelchianti.it/articoli/rubrica/569/chianti-in-viola-21-aprile.php#.Vxn_iPmLTGh