Torna dopo due mesi e lo fa in grande stile, parlando un rigore al Papu Gomez e facendosi trovare pronto in ogni circostanza.
Gigi Buffon, 40 anni, professione: patrimonio del calcio. 

L'ultima bandiera in attività
e l'unica che non si deve accontentare di un ruolo marginale, ma riesce ad essere ancora al centro del progetto della sua squadra. Con lui in campo, la Juve cambia e questo lo si nota dagli occhi dei suoi compagni, affamati di vittoria come lui.
Uomo spogliatoio, che in silenzio recita un ruolo da protagonista per mantenere saldo il gruppo, fare crescere i giovani facendogli capire cosa vuol dire essere un giocatore bianconero e garanzia per i veterani.
Uomo immagine, ovunque vada ha sempre più di qualche sostenitore, anche tra gli avversari. Emblema della Nazionale che vince il Mondiale 2006 e allo stesso tempo di quella che fu eliminata nel 2014, lui c'è sempre stato nel bene e nel male, raccogliendo anche critiche ingiuste, mettendoci la faccia.

Gigi, patrimonio del calcio, anche i numeri lo dicono. Allo stadio Atleti Azzurri d'Italia ha parato il 20° rigore in carriera come se fosse facile farlo. Nella sua bacheca ci sono importanti riconoscimenti, ma ne mancano due, tra cui uno che in questa ultima stagione in attività proverà a conquistare, si tratta del Pallone d'Oro e della Champions. Due tabù che restano come macchia in una carriera da tramandare a generazioni future.

Il calcio è bello e se l'Italia può essere orgogliosa di qualcuno, questo è Gigi Buffon.
Grazie! Un' ultima raccomandazione: prima di appendere i guanti al chiodo pensaci bene.