Gennaro Gattuso è il tecnico del Milan, perché si continua a chiamarlo traghettatore? Se non fosse stato per lui il Milan oggi potrebbe essere in una posizione tra la dodicesima e tredicesima. Al declino dell'Inter, dal 5 gennaio, parte la rimonta rossonera sui cugini: infatti il Milan batte il Crotone a San Siro per 1-0 e l'Inter pareggia al Franchi contro la Fiorentina. Da quel momento il "metodo Gattuso" entra a pieno regime negli schemi e il Milan diventa una piccola macchina da guerra, mentre l'Inter da una Ferrari iniziale scende fino a diventare una Panda vecchio modello. Vittorie con Cagliari e Lazio, pareggio con l'Udinese, 0-4 alla Spal e 1-0 alla Sampdoria portano al Milan di Gattuso qualcosa come 13 punti in 5 partite, cosa che fino al 31 dicembre nessuno avrebbe mai pensato potesse accadere.

Il Milan vince, ha sempre le sue lacune, ma vince. Ieri forse quel fallo di mano di Calabria era sacrosanto e avrebbe potuto portare quei 13 punti a 11, oppure a 10, ma alla fine il risultato è stato positivo al triplice fischio finale. Il Milan è di Gattuso, mentre c'è ancora chi gli domanda: "Ma lei si sente un traghettatore?". Perché si dovrebbe sentire un traghettatore uno che fa 13 punti e salva le sorti di una squadra allo sbaraglio a fine dicembre 2017? Non accetto che un allenatore venga chiamato traghettatore, perché il traghettatore a mio avviso è uno che porta la nave, la barca a destinazione, quindi è uno importante e non un sostituto a tempo come molti vogliono far credere. Gattuso per chi non lo sapesse prende 120mila euro l'anno per allenare, visto che il suo contratto è ancora quello da allenatore della Primavera; non ha chiesto, ha solo eseguito quello che gli è stato chiesto, cioè di aiutare la squadra a riprendersi. Si è rimboccato le maniche, con umiltà (cosa che solo chi è una persona vera può avere), sapendo che avrebbe potuto fallire, si è sentito messo al centro dopo quello sciagurato pareggio contro un Benevento materasso e la sfortuna di subire quel gol da un portiere fino a quel momento sconosciuto.

Qualche tifoso (non tifoso) lo ha contestato, mentre gli altri, quelli che gli hanno voluto bene in campo, lo hanno aiutato, applaudito, visto che lui è da applaudire per quel che ha fatto e per il sangue sputato in campo con quella maglia e con quella della Nazionale. Gattuso è uno terra terra, quindi non il classico nessuno che si sente importante, ma uno che arriva dalla strada e non fa niente per nasconderlo, visto che le radici non si devono mai dimenticare, cosa che molti fanno al profumo dei soldi, quanti gli avranno detto "Rino, adesso puoi fare il signore. Perché non conosci persone del tuo livello invece di continuare a uscire con gente non del tuo calibro monetario?", e io immagino la faccia arrabbiata di Rino che gli risponde: "I soldi non fanno la felicità, io sono nato e cresciuto per le strade e non credere che i soldi mi facciano dimenticare di quegli amici con cui giocavo quando ancora non ero Gattuso del Milan, ma quando ero Gattuso di Reggio Calabria, un ragazzetto come tanti altri che si sbucciava le ginocchia in quei campi di terra per il gusto di giocare a pallone. Quindi io sono ancora quel Rino". Io direi che ora ci sarebbe da fare un applauso, visto che questa risposta sarebbe scontata. 

Rino è uno di noi, uno di quelli che non dimentica e quando può ritrova le sue origini. Questo ragazzo di 40 anni che noi tutti vediamo strano, con indosso un giacca e vestito elegante in panchina, mentre non dimentichiamo le sue mani alzate verso il pubblico quando non sentiva il supporto alla squadra, quello che con il suo modo rude in quei 90 minuti faceva drizzare i capelli agli avversari, alcuni timorosi di quel bassetto che se gli partivano i cinque minuti diventava una bestia, ne sa qualcosa Joe Jordan del Tottenham, quando ad un insulto si ritrovò davanti gli occhi infuocati del Ringhio. "Fucking italian bastard": beh, voi come avreste reagito? Quindi non attacchiamo questo ragazzo, facciamolo lavorare, dategli tregua "amici" giornalisti: nessuno nasce allenatore, nessuno può lanciare la prima pietra se non ha peccato, nessuno può dire cose prima che esse succedano. Gattuso è l'allenatore del Milan e non uno che sta tenendo caldo il posto a nessun'altro che... Gennaro Gattuso.