Sono passati alcuni mesi dall'esonero di Montella e dall'arrivo di Gattuso. E in poco tempo colui che doveva essere un misero traghettatore, aspettando Conte, è diventato improvvisamente un fenomeno alla Guardiola. Milan solido, pragmatico, che punta sui giovani e che si accinge a tornare tra le grandi. Stop. Fermi. Aspettate. La bontà dei risultati sono sotto gli occhi di tutti: più di dieci risultati utili consecutivi, un'inversione di tendenza tangibile in difesa e soprattutto il saper fare scelte difficili e d'impatto. Ma da qui a fare paragoni scomodi…
Il vecchio caro ringhio sembra aver conquistato tutti: il neo-capitano Bonucci, che lo elegge a migliore dei suoi vecchi allenatori (Conte e Allegri, mica Maifredi e Stramaccioni). L'amministratore del club rossonero, che lo conferma "per molti molti anni". I tifosi, che rivedo in lui (e diciamola tutta, lo sperano) il "Conte rossonero". La stampa e gli addetti ai lavori, che ne elogiano i pregi e ne nascondo i difetti.
Da tifoso juventino, sono contento per Gennaro. Uno partito dalla provincia con cocenti sconfitte che avrebbero distrutto la voglia e la fantasia di chiunque. L'ho apprezzato, soprattutto, per la sua gestione del problema Pisa; da buon toscano ho seguito da vicino la vicenda e, se sono andati vicino al miracolo sportivo della salvezza, lo dovevano prettamente a lui. Ringhio però non è l'ultimo arrivato, è un campione d'Europa e un campione del Mondo. Lo reputo troppo intelligente per non sapere che oggi sei un fenomeno e domani puoi tornartene nelle fogne. Il calcio è una macchina spietata: ti prende, ti porta ai vertici e poi ti fa crollare nel giro di pochi mesi, di poche partite.
Non l'ho mai ritenuto un brocco (come qualcuno ha affermato all'inizio della sua avventura) ma allo stesso tempo non lo ritengo un fenomeno. Le persone intelligenti, però, nel mondo del calcio ci sanno stare. Soprattutto se hanno la possibilità di esprimersi in tranquillità e con la fiducia. In questo il Milan è stato lungimirante. Dovrebbe, però, esserlo altrettanto quando i propri tesserati si lasciano scappare incensamenti troppo frequenti.
Capisco benissimo quanto la situazione presa in mano da Gattuso fosse deficitaria; al limite del "drammatico" in relazione agli investimenti estivi. Elevare, però, un allenatore così in alto, rischia solo di rendere la caduta ancor più fragorosa. Non lo auguro a Gennaro. Non lo auguro nemmeno al Milan. Mi auguro, però, di non dover scrivere un nuovo articolo intitalato: "Ve lo avevo detto..."
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