Ero a San Siro ieri sera. Ero nei 73.000 che hanno cantato l’inno a squarcia gola e che fino alla fine ha incitato la nazionale. Ero li perché ci credevo, perché mi sono detto: impossibile non segnare alla Svezia. Invece al triplice fischio ho assistito ad un momento storico che ne avrei fatto volentieri a meno. Finita la partita la mia mente ha incominciato ad elaborare il dolore per la sconfitta. Ho pensato a quando giocavo a calcio , anni e anni di allenamento sotto pioggia, sole, vento e neve solo per migliorare un gruppo di ragazzi che avevano la presunzione e le speranze di arrivare li dove i loro idoli esprimevano al meglio il gioco del calcio, la Serie A. La domenica si partiva presto da casa, si raggiungeva il campo che era il punto di ritrovo e aspettati gli ultimi ritardatari,e poi via , senza navigatore, ai tempi ancora non esisteva, verso il campo degli avversari. Di certo non eravamo tra i più forti, ma sicuramente in campo davamo tutto, ma veramente tutto. Volevamo assomigliare a Gattuso, Nesta, Cannavaro , Del Piero , Buffon , Pirlo, insomma avevamo la speranza di giocare almeno un minuto come loro, sognavamo di giocare nel massimo campionato della nostra nazione e perché no, giocare con la maglia azzurra. Del resto alla fine degli anni novanta la nazionale italiana era tra le prime quattro nel reaking FIFA, eravamo temuti,rispettati e il nostro campionato aveva un non so che di attraente. Poi come un sogno, quando ti svegli, tutto svanisce. Nei primi anni del 2000 hai l’età giusta per fare il salto di categoria ma qualcosa non va, giochi ti ammazzi di lavoro durante gli allenamenti ma qualcun altro va avanti e dopo qualche tempo capisci che il treno è passato.Cerchi un lavoro e diventi uno dei tanti che ci ha provato. La serie A in quegli anni perde Ronaldo, Zidane e Kaka per citarne alcuni e ne arrivano altri che il pallone sanno soltanto che è tondo ma non sanno cos’è il gioco del pallone. In anni di calcio dilettantistico ne ho visti di ragazzi italiani bravi, ma bravi, sia come compagni di squadra sia come avversari, nessuno di loro ha continuato a giocare a calcio. Il sistema imponeva l’importazione di nuovi “fenomeni” provenienti dall’estero, le nostre squadre hanno perso l’italianità del gioco andando ad inseguire modelli come il Guardiolismo o il metodo Mourino. Ci siamo snaturalizzati per dare spazio a giocatori che fino a qualche anno fa non avrebbero varcato mai e poi mai i cancelli dei nostri migliori club.

 

Si, nel 2006 abbiamo vinto il mondiale,ma come? Eravamo i più forti per gioco mostrato e tattica? No eravamo i migliori solo per cuore,carattere e passione. Da li il nostro calcio è morto. La Juventus per già citate (negli anni)vicende va in serie b, il Milan si è perso e deve ancora ritrovarsi, L’Inter dopo cinque favolosi anni è fuori dalle coppe e non riesce più ad esprimersi. Le nostre squadre sono fatte per l’80% da stranieri, ma di che qualità? I nostri allenatori sono i più ricercati e vincenti del calcio, ma la nostra nazionale è fuori dal mondiale di Russio 2018. Ieri sera allo stadio ho rivisto tutto questo. Un sistema che non si reggeva più in piedi, non si può giocare 180 minuti contro la Svezia e non fare neanche un goal. Ieri non ho visto nessuno schema per arrivare al goal, non abbiamo mai cercato punizioni dal limite per usare i nostri cecchini su calcio piazzato,nei calci d’angolo non ho mai visto un blocco sui difensori avversari da parte dei nostri per agevolare i saltatori, non ho visto idee di gioco, Buffon, la passa a Bonucci che la passa a Chiellini, la da a Barzagli che la ripassa a Bonucci,via a saltare il centrocampo e cercare Candreva alto sulla destra con lanci inutili.

Non c’erano idee e giocare a calcio senza una persona che distribuisce palloni con i tempi giusti è come un’autostrada senza un raccordo, si va dritti per la strada sbagliata, in questo caso i palloni finivano tutti sul fondo. Non abbiamo mai saltato l’uomo, se non El Shaarawy quando entrato alla fine della partita. Come si può lasciare fuori Insigne? Come si può in due anni non trovare un modulo e delle persone fisse da convocare per quel modulo che stia bene alla squadra? Non rivoglio i soldi del biglietto, no quelli no,rivoglio qualcosa che non si può comprare ma è difficile da trovare, rivoglio la passione che mi avete distrutto.

Dicono che se siamo arrivati a questo punto è colpa nostra. Nostra? Loro, non mia. Loro hanno scelto Tavecchio, loro hanno scelto Ventura, loro hanno fatto si che il nostro campionato perdesse di importanza,loro non riescono a trovare un presidente di serie Ae B, loro non riescono a far passare una riforma per far fare alle società di calcio lo stadio, loro vogliono rimanere un paese vecchio guidato da vecchie idee di persone vecchie.

Chiedono scusa per il risultato ottenuto. A chi interessa delle loro scuse? A me fanno solo arrabbiare di più perché sembra che si aspettavano questo risultato. Le dimissioni di Ventura non sono arrivate, CLAMOROSO.

Non voglio tirarla per le lunghe. Ne avrei da scrivere.

Ieri è stato il giorno più triste del nostro calcio, della nostra nazionale, una nazionale che ha ancora Riva come cannoniere una nazionale che non ha trovato in anni un bomber vero, una nazionale che ha perso la passione per il gioco più bello del mondo, e come tutti mi insegnate, senza passione nelle cose che fai, non si va da nessuna parte.

Grazie

ILPARLAFUS