Nei giorni scorsi, ripercorrendo un sistema di comunicazione abbastanza nuovo per il paludato mondo del calcio, con un video su Twitter il Milan ha voluto mettere a tacere lo scetticismo di molti sulla solidità economica del club, passato da poco nelle mani di Yonghonh Li. Prima le parole di Fassone in risposta al sindaco di Milano Sala, ora tutti i numeri, tutto nero su bianco, tutto alla luce del sole, tutto a disposizione dei tifosi e dei critici.

In breve il comunicato recita:

11- i giocatori regolarmente acquistati dalla società in estate; 3 – i giocatori ai quali è stato fatto sottoscrivere il rinnovo di contratto; 80 – i milioni di euro in fideiussioni che il Milan ha depositato in Lega nell’ultimo mese; 0 - Gli euro che il Milan ha come esposizione debitoria verso il sistema bancario; 0 – Gli euro di anticipazioni di nuovi crediti dal closing in poi; 130 – i milioni che il Milan ha chiesto di finanziamento al fondo Elliott da rimborsare entro il mese di ottobre del 2018; 236 – i milioni relativi al bilancio della scorsa stagione; 263 – i milioni di ricavi previsti per questa stagione; 84 – i milioni relativi agli aumenti di capitale. Deliberato e sottoscritto dopo il closing; #Massimo – L’impegno dei giocatori, staff e AC Milan people #Infinito – L’amore dei nostri tifosi di tutto il mondo “Questi sono i nostri veri numeri”.

A questo vorrei aggiungere un altro aspetto di contabilità ordinaria che ai più potrà sembrare ostico, ma torna utile a capire alcuni aspetti. Il sito Calcio e Finanza ha fatto un'interessante analisi su come il Milan intenda ammortizzare gli oltre 220 milioni di investimenti effettuati. Il criterio contabile che si addotta è molto importante, di solito le società di calcio tendono a spalmare nel tempo il valore di un giocatore per non risentirne troppo in termini di perdita di bilancio. Al contrario il Milan vuole invertire il ragionamento e attuare una sorta di ammortamento decrescente, ovvero cercare di caricare quanto più possibile il valore dei giocatori nel bilancio 2017-2018.

Per dare un'idea delle cifre di cui stiamo parlando, se il Milan  attua l'ammortamento decrescente, con le aliquiote più alte all'inizio degli investimenti sarebbe in grado di spesare già nel bilancio 2017-2018 una cifra pari a 75,4 milioni (circa il 41% degli investimenti per acquisti a titolo definitivo). Se invece utilizzasse il metodo a quote costanti il costo a bilancio sarebbe di “soli” 42,34 pari al 23% di quanto investito.

Questa strategia contabile è adottata ad hoc in vista dei colloqui con la Uefa per il piano di voluntary agreement relativo al fair play finanziario che dovrebbero inziare a partire da Ottobre con i primi colloqui informali.

Il Milan nel corso dell’esercizio sociale 2017-2018 è infatti libero da vincoli del fair play finanziario. Quindi la scelta di effettuare grandi investimenti sul mercato cercando poi di caricare tutte le spese su questo bilancio risponde all’esigenza di sfruttare al meglio questa finestra di grazia. Infatti una volta siglato il voluntary agreement, il Milan si impegnerà  a centrare il pareggio di bilancio entro il 2021, prevalentemente attraverso l’aumento dei ricavi. Ma anche tenendo sotto controllo i costi. La scelta di anticipare tutti i costi possibili già nel 2017-2018 consentirà dunque di alleggerire i bilanci futuri, rendendo un po’ più agevole la strada verso il pareggio di bilancio.

E’ dunque lecito attendersi che il bilancio 2017-2018, che secondo i numeri dati dal club via Twitter dovrebbe chiudere con ricavi per 263 milioni, possa chiudersi con una perdita (dal punto di vista contabile) molto importante. Ma sarebbe una scelta calcolata.

Calcolata soprattutto da Fassone e dalla sua voglia di rivalsa. Dopo le non esaltanti esperienze con Napoli, Juventus e Inter questo manager nato in Ferrero sembrava fosse stato definitivamente accantonato dal mondo del calcio. La chiamata di Yonghonh Li deve essergli sembrata provvidenziale, un segno del destino a cui forse non credeva nemmeno più lui. La sensazione è che questa volta voglia essere davvero al centro del progetto Milan e stia facendo di tutto per non essere nuovamente scaricato.

Da qui nasce l'abile mossa con il fondo Elliot, interlocutore che Fassone conosce molto bene ed è riuscito a tirare fuori lui come un coniglio dal cilindro nel momento in cui Mr. Li era a metà del guado del closing con il cerino in mano e senza più un soldo da aggiungere.

Le sue sibilline parole: male che vada il Milan passerà al fondo Elliot, testimoniano il vero pensiero di Fassone. Mr. Li oggi è debole, il governo cinese con il suo aut aut rischia di lasciarlo senza soci futuri, tuttavia l'AD rossonero lo ha visto fin dall'inizio come un avventuriero imbarcatosi in un'operazione più grande di lui, con a testimonianza la cifra sproposita pagata a Berlusconi.

I buoni uffici con Elliot fanno credere a Fassone che se riuscirà a dimostrarsi il bravo manager che pensa di essere, una volta tolto di scena Mr. Li, la nuova proprietà invece di cedere al miglior offerente potrebbe essere tentata di proseguire l'avventura in proprio, tenendo il manager come suo uomo forte. Non per nulla Mr. Singer il grande patron di Elliot è un grande appassionato di calcio.

Forse è solo dietrologia sull'onda lunga delle suggestioni di un calciomercato  appena concluso che è stato davvero spumeggiante per i rossoneri, ma la sensazione che Fassone nella sua operazione di disclousure non dica proprio tutta la verità è molto forte.
E se per fino la D'amico si è meravigliata...