Da piccolo mi entusiasmavo leggendo le avventure di Zorro, ma anche di Paperinik.
Eroi discreti, al servizio degli altri, che rinunciavano anche alla fama nella loro vita comune pur di seguire i valori della giustizia.

Poi ho trovato nel calcio un nuovo eroe: Franco Baresi.
Un antidivo fuori dal campo, ma eroe in campo, mai domo e disposto a rinunciare alla A e alle Coppe, direi anche alla Nazionale, per seguire il Milan, il Suo Milan, il nostro Milan.
Ho pianto per Baresi quando non lo hanno portato ai mondiali dell'86 (che ingiustizia!). Sono rimasto molto male che non abbia vinto il Pallone d'Oro. Ho goduto della sua rivincita, quando ha alzato la Coppa dei Campioni a Barcellona.

Non ho più provato le stesse cose per altri giocatori, perché era facile scegliere il Milan quando poi vinceva. Donnarumma adesso aveva la possibilità di diventare un esempio, un eroe, non tanto per me, io non ne ho più bisogno, ma per quei bambini che stanno crescendo con la fede del Milan. E a Donnarumma, solo diciottenne, nemmeno si chiedeva di seguire il Milan in serie B né di rinunciare a diventare subito ricco (5 milioni si scrivono 5.000.000 €), ma solo di accettare di sposare il progetto di un Milan in crescita.
Non avrebbe rischiato niente, perché sarebbe potuto comunque andare via nel caso il progetto fosse fallito. 
Non firmando Donnarumma ha mancato di rispetto ai tanti tifosi, che si erano identificati con lui quando ha baciato la maglia. Ai tanti tifosi che hanno difficoltà a guadagnare i loro mille euro al mese e che non potranno mai capire come si possa rinunciare a 5 milioni di euro per giocare nella propria squadra del cuore. Ai tanti bambini che avevano comprato la sua maglia, che vedevano in lui l'eroe, l'esempio da seguire. 
Non firmando Donnarumma si è fatto un grosso danno di immagine. Forse della cosa non interessa al suo procuratore, ma la sua immagine pulita del bambino che arrivava ad essere il simbolo della sua squadra del cuore, avrebbe fatto gola anche a tantissimi sponsor. In fondo i calciatori che guadagnano di più, come Ronaldo e Messi, non lo fanno tramite il solo ingaggio, ma con i loro sponsor ed entrambi sono calciatori che hanno legato la loro immagine ad un club.

Io immaginavo che Donnarumma non sarebbe diventato una bandiera perché sapevo che il suo procuratore avrebbe voluto una percentuale sulla futura rivendita, cosa che avrebbe significato spingere Raiola alla vendita alla prima ghiotta occasione.
Non è una sorpresa, ma sinceramente non credevo che sarebbe passato sul corpo del ragazzo, insieme ai suoi familiari, in nome del dio denaro, senza proteggere né il ragazzo né la sua immagine. Sì perché adesso è un paradosso che Raiola incolpi il Milan di non averlo protetto, quando in questa situazione lo hanno messo l'ingordigia di Raiola e della famiglia di Donnarumma. 
Trovo normali le contestazioni, in fondo sono i tifosi che fanno ricchi i giocatori con la loro "emotività", quindi va accettata anche la loro emotività quando ti contestano. 

Bene ha fatto la dirigenza a mantenere una linea chiara e a non accettare percentuali sulla futura rivendita né ad accettare risposte rimandate a fine anno (a quale pro?).
Quanto a Donnarumma, spiace, ma ha ucciso con le sue mani la possibilità di diventare un "eroe" e non una semplice figurina strapagata