L'occasione arriva solo a colui che è ben preparato, perché il tempo non attende nessuno, ma continua a correre imperterrito, lasciandoti indietro senza che tu riesca a capacitarti di ciò che è accaduto.

Mescolando un aforisma seicentesco del filoso olandese Baruch Spinoza ad un attento sguardo allo scatenarsi della vita, si può trarre la definizione che la essa propone all'uomo diverse possibilità, legandole però in maniera indissolubile ad una gabbia di tempo da lei severamente dettata.

Chi vacilla, o magari si guarda attorno cercando nel futuro una via d'uscita, termina con l'essere sorpassato dalla stessa chance che gli era stata concessa, con un epilogo che nella rinuncia ha un sapore amaro come la sconfitta. Qui non si trattano ragionamenti di puro diletto teorico, ma situazioni concrete, tangibili a tutti gli uomini che decidono di vivere la propria vita, piuttosto che rimanere a guardare quella di qualcun'altro, confinandosi nella semplice sopravvivenza: ed è anche il clima che avvolge uno degli uomini nerazzurri più discussi negli ultimi periodi, il centrocampista croato Marcelo Brozovic.

L'ex numero 77 della Dinamo Zagabria è sbarcato a Milano nel gennaio della stagione 2014/2015, con un biglietto da visita invitante nel complesso, scritto da tutte quelle promesse nate intorno al giovane calciatore appena ventunenne, con un luminoso futuro all'orizzonte.

La società dell'allora presidente Massimo Moratti, il quale stava già disfandosi delle proprie responsabilità dirigenziali cedendo parte del club all'indonesiano Erick Thohir, aveva deciso di puntare con decisione su questo brillante prospetto, per altro strappato ai cugini rossoneri, anch'essi ammaliati dal talento di Zagabria.

Marcelo Brozovic debutta nelle fila interiste il 1° Febbraio, in una fredda trasferta di Serie A, in cui la propria squadra esce sconfitta nel territorio emiliano del Mapei Stadium con un secco 3-1 a favore dei padroni di casa neroverdi del Sassuolo.
Nonostante il cambio di allenatore, con il ritorno del tecnico Roberto Mancini, in sostituzione dell'esonerato Walter Mazzarri, la stagione non cambiò la propria rotta iniziale, con la formazione nerazzurra che concluse con un deludente ottavo posto l'annata in campionato.
In questo scenario di complicazioni, riuscì però ad emergere il giovane croato, mostrando una grande personalità, che gli diede la capacità di raccogliere le redini in mezzo al campo: mostrava già una buona visione di gioco, accompagnata da una discreta velocità in progressione e un buon tiro verso la porta, con la prima rete in serie A, trovata nella gara conclusiva contro l'Empoli.

Qualità non indifferenti, che gli valsero la conferma nella stagione successiva, sempre lì in mezzo al rettangolo verde, con l'alternanza di ruoli difensivi a compiti prettamente offensivi, a dimostrazione del fatto che Marcelo era in grado di svolgere entrambe le fasi con diligenza; proprietà che però gli mancava nel lungo periodo: il centrocampista croato non riusciva infatti  a mantenersi ad alti livelli in continuità di prestazioni, alternando alti e bassi non indifferenti, con le critiche che non tardarono ad arrivare.
Ancora oggi, a distanza di tempo e presenze, che sono salite a quota 92 con la maglia nerazzurra, il 25 enne ex Dinamo Zagabria finisce spesso nel mirino della disapprovazione generale, con l'accusa frequente di scarso impegno e dedizione, oppure della mancata capacità di trovare la propria collocazione in campo. Immerso sovente in un clima di biasimo anche da parte della stessa tifoseria interista, il 25 enne croato non è sempre riuscito a reagire con carattere, a volte peggiorando ulteriormente momenti già di per sé complicati.

Ma ciò nonostante i tecnici che in queste stagioni si sono susseguiti sulla panchina nerazzurra hanno sempre prestato particolare attenzione a questo ragazzo, concedendogli quella categoria di occasioni che però non aspettano nessuno: anche Luciano Spalletti, suo attuale allenatore, ritiene una profonda stima nei suoi confronti, e in questo capitolo così delicato della stagione, con un posto in champions league da raggiungere, gli sta concedendo un ruolo da protagonista.

Autore di una strabiliante prestazione contro il Napoli di mister Sarri, Brozovic ha deciso di mostrare finalmente quella faccia cattiva auspicata dal proprio tecnico, ripetendosi nella trasferta di Genova, conclusasi nel larghissimo 5-0 a favore della propria formazione, con una performance deliziosa, degna di quell'appellativo Epic, che nel tempo aveva un pò smarrito.

Adesso è chiamato a confermare il proprio periodo di grande forma, con una stagione entrata nella propria fase cruciale, nel bel mezzo della lotta con le due romane per un posto al sapore di UCL, e con l'aria che si tinge già di derby, in programma per il prossimo 4 Aprile alle 18:30.

Ancora una volta il croato sarà di fronte al proprio avversario più grande, quella stessa parte di sé che lo ha finora vincolato a rimanere nella terra dei calciatori mediocri, che deve necessariamente essere sconfitta, per sbocciare finalmente in quella continuità mai prima raggiunta, perché il ritorno, con allegata permanenza dell'epic Brozo serve più che mai "adesso" a questa Inter.