Si è sempre più dell'idea che i ''poteri forti'', di cui tanto si parla nel calcio, non siano solo i multi milionari patron dei top club, ma anche la stampa. Quotidianamente la stampa crea eroi e distrugge miti, forgia delle idee, dei pensieri e poi li scioglie con rapidità ancora maggiore. Nella partita di Champions di ieri sera è emersa la classe del Faraone El Shaarawy, che ha mandato in palla gli operai blu di Conte con due perle di rara fattura.

Neanche il tempo di fischiare la fine dell'incontro che già i giornalisti parlavano di ''messaggio a Ventura'', di rivelazione azzurra. Dopo questa prova di forza in Coppa contro i campioni d'Inghilterra e nell'ultima di Campionato, El Shaarawy sta vestendosi di gloria, meritatamente.
Ma basterebbe lui all'Italia per dare la scossa? Assolutamente no.

Prendiamo Lorenzo ''il Magnifico'' Insigne; con il Napoli sforna assist, colleziona reti meravigliose, taglia in due le difese avversarie con i suoi lanci millimetrici e i suoi tiri potentissimi che hanno anche bucato la porta del Real Madrid campione d'Europa lo scorso anno. Accanto a Callejon e Mertens ad oggi forma uno degli attacchi più temuti in Europa, sono davvero poche le cose che non riescono ai folletti partenopei.
Ma in Nazionale? Imbrigliato da gran parte delle squadre che ha incontrato, invisibile nel big match contro la Spagna, irriconoscibile. Pur rimanendo il talento italiano per eccellenza, Insigne finora ha fatto ben più di El Shaarawy nella sua carriera, meritando la maglia della nazionale. Ciononostante non ha inciso come ci si sarebbe aspettati. Quindi come potrebbe il Faraone fare di meglio?

Segnare doppiette e diventare dei giocatori utili alla propria squadra sono pregi che tutti gli allenatori vorrebbero vedere, ma l'impressione è che sempre più spesso, basti fare quattro/cinque buone partite per finire sul taccuino del mister della nazionale. Se i giocatori non vengono convocati ci si accanisce con gli allenatori, come accadde quando rimasero a casa Cassano e Balotelli nell'ultima fase dell'era Lippi, poi convocati da Prandelli per Euro 2012. In quel caso tutto ciò che portammo a casa fu una medaglia d'argento.

Se un giocatore vuole vestire la maglia azzurra dovrebbe pensare alla singola partita, ma in relazione ad una carriera intera. Se El Shaarawy finisse la stagione in doppia cifra, avendo dimostrato di saper far male alle difese delle squadre più attrezzate del campionato in più occasioni, allora si può parlare di convocazione.
Ma attenzione a caricare il ragazzo di responsabilità troppo grandi prima del tempo, i Faraoni, in fin dei conti, non erano degli dei.